L’idea di Saviano per “salvare” Roma? Legalizzare le droghe leggere
La politica dovrebbe legalizzare le droghe leggere. Questa la proposta di Roberto Saviano contro la criminalità, che andrebbe combattuta anche imponendo “il tema del dibattito pubblico” e costringendo “ad affrontare i nodi del riciclaggio e dell’investimento mafioso che distruggono ogni libera iniziativa”.
La soluzione migliore, a suo giudizio, sarebbe molto precisa e chiara: “Sottrarre questo mercato immenso al crimine è l’unico modo per dimezzarne profitti e potere”.
L’omicidio Sacchi
Lo scrittore ha puntato l’attenzione sul caso Luca Sacchi, il giovane morto per un colpo di pistola alla testa mentre stava tentando di difendere la ragazza da un furto: “Il sangue a Roma è tornato a scorrere ma c’è un automatismo innato che si genera sempre dinanzi alle tragedie, cercare elementi per allontanarle da sé”. La Capitale dovrebbe “smetterla di sentirsi diversa dall’essere una città mangiata dalla corruzione e occupata dai poteri criminali”. La città “è luogo di riciclaggio privilegiato degli investimenti del narcotraffico da più di un decennio”.
Il giornalista su La Repubblica è poi tornato nel passato, precisamente nel 2014, quando in una sola operazione “i carabinieri sequestrarono 578 chili di coca che avrebbero reso 24 milioni di dosi ossia 1.300 milioni di euro”. Roma non è solo selfie, ma anche “metropoli dove trovare lavoro senza essere protetto da un politico è quasi impossibile, dove un piccolo imprenditore per farsi pagare si deve rivolgere a bande che recuperano i crediti”. Secondo Saviano ci vorrà tempo “perché tutti comprendano il volto di ciò che è nato nel ventre di Roma”: l’unico atto determinante sarebbe quello di “trasformare le regole che la rendono una città a vocazione mafiosa”.
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