Spaccio, bivacchi e scippi In Centrale è tornato il “suk”

Arrivando in Stazione Centrale da via Vittor Pisani si viene accolti da una coltre di fumo densa e «aromatica» e dalle morbide note dal reggae

Un gruppo di nordafricani sta ballando, fumando marijuana e facendo festa attorno alla fermata «Centrale». Qui, attorno agli alberi e nella zona delle aiuole, quando inizia a calare il sole, si concentrano anche un centinaio di nordafricani che bivaccano, mangiano, bevono, espletano i loro bisogni per poi decidere dove spostarsi per spacciare, se dal lato di piazza IV novembre o piazza Luigi di Savoia.

Arrivati in piazza Duca d’Aosta il quadro non migliora molto. C’è chi dorme, chi è «attaccato al cartone di vino», chi chiacchiera, chi discute, chi vende oggetti contraffatti, chi dorme. Il degrado aumenta con il calare delle tenebre. Per terra si può trovare di tutto, mozziconi di sigarette o di canne, avanzi di cibo, bottiglie di alcolici vuote e lattine di birra. Il livello di sporcizia è tale che alle prime ore del mattino i mezzi di Amsa passano addirittura con gli idranti per ripulire il piazzale. Alle rastrelliere sono legati «cadaveri» di biciclette, ruote, i mega zaini dei rider e i telai di bici arrugginite. Basta attraversare la piazza, presidiata da un furgone della polizia e camionette dei militari, per venire fermati da venditori di cover, accendini, ombrelli e foulard contraffatti e dagli spacciatori, che offrono ogni tipo di droga come se nulla fosse. «Questo la dice lunga sul clima di impunità che si respira – commenta amaro l’assessore regionale alla Sicurezza Riccardo de Corato -. La stazione Centrale è una zona franca dove delinquenti, borseggiatori, pusher credono di poter fare quello che vogliono, e in effetti è così». Con buona pace dei turisti, soprattutto stranieri che oltre a trovarsi davanti uno spettacolo del genere, spesso sono vittime di borseggi, taglieggiamenti da parte dei mendicanti e molestie. Gli ultimi episodi risalgono al 13 agosto quando una ragazzina di 14 anni è stata molestata, mentre un’altra scippata. Tre giorni dopo una seconda villeggiante è stata derubata davanti all’hotel.

Eppure la lista degli arresti e dei fermi è lunga: solo a marzo sono state arrestate 9 persone, donne ricercate, pusher e una borseggiatrice, ad aprile 7, a maggio si contano 8 arresti e due aggressioni a danni di un poliziotto e di un’addetta alle pulizie, a giugno 7 arresti di donne rom incinte, così luglio. «Tutta questa serie di arresti offrono uno spaccato sul tipo di frequentazione che c’è in Centrale – continua De Corato -. Si tratta di esperte borseggiatrici, spacciatori, delinquenti di ogni genere, clandestini. Certo, quando venivano fatti i grandi blitz il risultato era diverso». La percezione che si ha in tutt la zona è di insicurezza: balordi, clochard si sommano ai vagabondi e ai mendicanti che hanno eletto la stazione a proprio ricovero. Gli anfratti, nelle nicchie, ogni pertugio ospita letti di cartone e cumuli di coperte, valigie e bagagli imporvvisati. Un quadro che si moltiplica all’ennesima potenza se ci si avventura nel sottopasso di via Ferrante Aporti.

«Il vantaggio dei blitz – spiega ancora l’assessore regionale alla Sicurezza – modus operandi del prefetto Lamorgese, era l’azione di pulizia: due volte al mese veniva bloccata l’intera zona e si identificava chiunque si trovasse in quel raggio di azione. Gruppi di cinquanta fino a 100 irregolari venivano portati in Questura per i controlli, spesso risultando clandestini venivano rimpatriati. L’identificazione è l’aspetto in assoluto più temuto da tutte queste persone. Quando ero vicesindaco avevo dato l’ordine ai vigili, di stanza in Centrale, di chiedere i documenti a campione, ma il più delle volte queste persone risultavano clandestine. Nessuno si avvicinava per un po’ alla stazione dopo». Una situazione che diventa pericolosa anche per le forze dell’ordine, dato il clima di violenza crescente: a partire dalla violenta aggressione di settembre contro due poliziotti che avevano chiesto i documenti a uno straniero, rivelatosi poi irregolare. Una catena di aggressioni partita ad aprile con due aggressioni ai danni di poliziotti seguita a maggio da un episodio analogo e culminata il 27 luglio in una rissa tra stranieri in cui vengono feriti tre carabinieri. Di settembre si è detto, il 5 ottobre un gambiano si scaglia contro gli agenti per scappare con la droga.

Non è un caso che una quindicina di giorni fa il ministro dell’Interno Lamorgese a Milano per il Comitato per l’Ordine e la sicurezza avesse detto: «serve più attenzione sulla Centrale», crocevia da 120 milioni di passeggeri l’anno. «è il biglietto da visita della città». E non è escluso, infatti, che a breve possa esserci un’altra maxi operazione per riportare l’ordine.

il giornale.it

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