“L’assistente pro Bibbiano mi ha tolto mia figlia Giulia”
Davide e la sua compagna non andavano più d’accordo. E neppure l’arrivo di una bimba, Giulia, è bastato a ricomporre i pezzi della loro relazione.
Anzi, stando alle ricostruzioni di lui, la piccola è diventata l’ennesimo motivo di divisione. Iniziano così i primi colloqui con i servizi sociali del Comune di Torino, da tempo in contatto con la donna per darle supporto psicologico, che porteranno all’allontanamento definitivo di Giulia dal suo papà.
“Hanno creduto alla versione della madre – attacca lui – che mi ha accusato di cose orribili, cose che non ho mai commesso”. Davide utilizza una parola che è un pugno nello stomaco. Una di quelle parole che solo a sentirla pronunciare tremano le vene dei polsi: pedofilia. Secondo la ricostruzione degli operatori che hanno seguito il caso di Giulia, di poco più di due anni, infatti, la piccola sarebbe stata vittima di abusi. Abusi che Davide dice di non aver mai commesso. “Quello che raccontano sul mio conto è il frutto dei racconti della mia ex, mi definiscono come una persona disturbata e ossessionata dal sesso ma sono tutte bugie, io non ho mai torto un capello a nessuno”. Le violenze che vengono attribuite al ragazzo non sono state accertate, ma dedotte dai comportamenti “sessualizzati” della piccola. Non c’è un referto medico che confermi la versione dell’ex di Davide. “Solo insinuazioni” per il papà. Nella consulenza tecnica del tribunale dei minori di Torino viene spiegato che la bambina gode di buone capacità relazionali, comunicative e linguistiche. Giulia è socievole e disponibile al rapporto interpersonale, ma si tratterebbe solo di una facciata dietro cui si celerebbero rabbia e sofferenza. Il dramma di Davide, papà allontanato dalla figlia sulla base di “false accuse”Pubblica sul tuo sito
Anche i litigi della coppia finiscono sotto la lente di ingrandimento del pool che si occupa del caso. Giulia lancia i giochi e chi la osserva sostiene che lo fa perché è traumatizzata dai contrasti tra i genitori. E alla fine succede che la bimba viene allontanata sia dalla madre che dal padre. “L’8 agosto siamo andati a fare il solito colloquio di coppia, ci hanno diviso, io e la mia ex in due stanze separate e Giulia in sala d’attesa”, ricorda il giovane. “Me l’hanno portata via così, senza nemmeno farmela salutare”. La nonna materna definisce quello che è accaduto un rapimento. C’era già una coppia affidataria pronta ad accogliere la piccola. “Hanno tramato alle nostre spalle, noi non sapevamo che ce l’avrebbero tolta”, aggiunge la sessantenne che si è vista rifiutare la possibilità di prendere Giulia con sé. Neppure lo zio materno che si è fatto avanti per prenderla in affido è stato ritenuto idoneo. Non sarebbe abbastanza motivato. Si è preferito affidarla a degli estranei che, stando ai racconti della famiglia, già avevano in carico un altro minore. “Questa – denuncia il nonno – è una speculazione sulla pelle dei bambini”. “Ci hanno detto di metterci l’anima in pace – conclude con amarezza – non rivedremo mai Giulia”.
La storia di questa famiglia ricorda quelle di Bibbiano e si intreccia con la onlus Hansel e Gretel di Claudio Foti, che proprio nel capoluogo sabaudo ha sede e radici. L’equipe multidisciplinare per l’abuso e il maltrattamento “Cappuccetto Rosso”, che ha chiesto l’allontanamento di Giulia, anche con l’ausilio della forza pubblica, è socia del CISMAI, il consorzio a cui aderivano anche il centro studi Hansel e Gretel e i servizi sociali di Bibbiano, sotto inchiesta nell’indagine Angeli e Demoni. Ma c’è di più, come denuncia il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Maurizio Marrone, l’assistente sociale che ha firmato il provvedimento di immediata collocazione della minore in un’altra famiglia partecipava ai convegni organizzati dal terapeuta finito al centro dello scandalo sui presunti affidi illeciti in Val D’Enza. “Dopo i fatti dell’Emilia – spiega il consigliere – è doveroso fare luce con massimo rigore sull’operato di tutte le realtà che hanno collaborato stabilmente con la Hansel e Gretel”. La denuncia di Davide si aggiunge a quella di mamma Lucia e alle decine che saranno oggetto di approfondimento nella commissione d’indagine avviata a Palazzo Lascaris allo scopo di verificare se c’è un sistema Bibbiano anche in Piemonte.
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