Enrico Letta riscrive la storia: “Claudio primo imperatore straniero”
“Ho visitato e molto apprezzato all’Ara Pacis la mostra su Claudio primo Imperatore straniero a Roma, primo di una lunga serie.
Quanto erano più lungimiranti di noi i romani, bravi a integrare e prosperare” così l’ex premier Enrico Letta scrive su Twitter, commentando la mostra Claudio Imperatore: Messalina, Agrippina e le ombre di una dinastia. Secondo Letta, dunque, Claudio sarebbe stato il primo “straniero” a ricoprire la carica di imperatore romano poiché nato a a Lugdunum, odierna Lione, il 1° agosto del 10 a.C: peccato però che Claudio appartenesse a una delle stirpi più antiche e autorevoli dell’Urbe, ossia la gens Claudia e nacque a Lugdunum perché il padre Druso maggiore era allora lì impegnato per seguire le operazioni militari della guerra contro i Germani. Era un romano doc, di fatto e anche di sangue. Lugdunum, inoltre, era una colonia romana, fondata nel 43 a.C. da Lucio Munazio Planc. Di quale straniero parla, Letta?
Un’uscita, quella di Letta, che sui social non è certo passata inosservata. “Straniero? Stranierooo??? Guardi che il mio omonimo era della gens Claudia che era Romana da prima di Roma” ha replicato il senatore leghista Claudio Borghi al tweet di Enrico Letta. Anche Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha ridicolizzato l’ex premier ed esponente del Partito democratico: “Dopo Leonardo “italo-francese”, arriva un’altra distorsione storica della sinistra italiana: Claudio primo Imperatore straniero a Roma” Peccato che Claudio fosse romano, di stirpe romana, nato in Gallia (provincia romana). Possibile che la sinistra odi a tal punto le nostre origini da dover cambiare anche la storia per fini propagandistici?”.
Ironico il professor Marco Gervasoni, che sul suo profilo Facebook commenta così la “sparata” di Enrico Letta: “Avanti con il revisionismo piddino sulla storia di Roma antica. Dopo l’imperatore “straniero”, oggi diranno che Cesare perse la guerra e che il de bello gallico si traduce con “quanto sono belli i francesi, e soprattutto Brigitte”. ”Membro della dinastia giulio-claudia, nipote di Marco Antonio. Grande erudito di cultura latina. Represse i Druidi (i sacerdoti della religione della Gallia, attuale Francia). Nacque a Lugdunum (Lione) perché il padre lì era impegnato in campagne militari contro i Germani” sottolinea invece Alfonso Piscitelli.
Insomma, il solito vizio dei dem di “riscrivere” la storia per fare propaganda politica, ma stavolta la rete non ha perdonato l’uscita dell’ex premier, particolarmente “attivo” sui social media – e non solo – nell’ultimo periodo. È stato proprio lui, di recente, a proporre il diritto di voto per i sedicenni. L’ex premier, direttore della Scuola di affari internazionali dell’Istituto di studi politici di Parigi e fondatore nel 2015 della Scuola di politiche (Sdp), in un’intervista a Repubblica ha chiesto al governo di favorire la partecipazione politica dei giovani attraverso l’abbassamento del diritto di voto. Secondo l’esponente dem basterebbe “una riforma costituzionale da fare in un anno. È urgente e con questa maggioranza si può fare”. Per Letta, abbassare l’età dell’elettorato attivo sarebbe “un modo per dire ai giovani” scesi in piazza durante il Friday for Future che “vi prendiamo sul serio e riconosciamo che esiste un problema di sottorappresentazione delle vostre idee, dei vostri interessi”. Insomma, una sparata dietro l’altra…
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