Crisi siriana, Minniti: “Rischio jihadisti e foreign fighters in Italia”

In Siria “serve un intervento comune di Stati Uniti, Unione Europea e Russia.

L’apertura delle prigioni siriani in cui sono rinchiusi i foreign fighters dell’Isis è da allarme rosso. Il rischio è la ripresa della rotta balcanica”. In un’intervista a La Stampa, l’ex ministro degli Interni dei governi Renzi e Gentiloni, Marco Minniti, si dice “preoccupato” dalla crisi siriana. L’operazione militare della Turchia contro i curdi, infatti, rappresenta un pericolo per l’Europa e in particolare per l’Italia, soprattutto in termini di immigrazione clandestina, “dall’Africa settentrionale e dai Balcani”, spiega Minniti. Secondo l’esponente Pd, “se abbandonassimo i curdi dopo avergli chiesto di combattere per noi, saremmo di fronte a un clamoroso voltafaccia della comunità internazionale. E i tradimenti, i voltafaccia – avverte l’ex capo del Viminale – non fanno altro che alimentare i focolai di odio contro l’Occidente”.

Per Minniti, la comunità internazionale non può stare a guardare. “Serve un intervento comune che veda insieme Stati Uniti, Europa e Russia. Gli Usa – afferma – non possono cancellare il loro ruolo nella Siria del nord e la Ue deve rendersi conto che in questa crisi si prospettano evoluzioni che la coinvolgono”. In particolare per i flussi di migranti che potrebbero dirigersi a ovest. Non soltanto civili sfollati, ma anche “foreign fighters e jihadisti“. Tuttavia, secondo l’ex ministro l’Europa “non deve farsi ipnotizzare dalla minaccia dei migranti. Se ci sarà un conflitto, ci sarà comunque un’ondata migratoria, sia che Erdogan apra i confini, sia che non li apra”. Dunque, per Minniti “L’unico modo perfermare questa minaccia è far terminare il conflitto. Non basta analizzare i problemi e poi chiedere agli altri di risolverli. I paesi leader in Europa – l’appello all’Ue – si assumano le loro responsabilità”.

Non basta quindi l’embargo delle armi alla Turchia deciso da alcuni Paesi europei, in primis Francia e Germania. “Va bene, ma gli arsenali della Turchia sono strapieni”, aggiunge Minniti, che lancia un “allarme rosso” sull’apertura delle prigioni siriane in cui sono rinchiusi i foreign fighters dell’Isis. “La via più probabile per un eventuale ritorno dei foreign fighters, per altro, sarà quella dell’Africa settentrionale, dove esiste un’operatività già accertata di nuclei jihadisti”, il timore espresso da Minniti, che alla fine lancia un avviso ai naviganti: “Non possiamo più chiudere gli occhi o la storia di presenterà il conto“.

il giornale.it

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