Il centro del sistema Bibbiano: ecco tutti i tentacoli di Foti

Dall’Emilia alla Campania lo scandalo degli affidi illeciti si allarga a macchia d’olio. Sono sempre di più le famiglie che denunciano l’allontanamento dei propri bimbi sulla base di false accuse.

A Salerno la Procura si è già messa in moto per rivedere alcuni casi, mentre in città come Verona e Roma sono emerse storie che ricalcano in maniera impressionate quelle che arrivano da Bibbiano. Storie di mamme e papà accusati di aver abusato dei propri figli senza uno straccio di prova, storie di famiglie divise e minori portati via dalle proprie case come fossero dei pacchi. E a Torino? Dopo l’arresto di Claudio Foti, i riflettori sul capoluogo sabaudo si sono spenti, eppure è qui che il professore di Pinerolo, finito al centro dell’inchiesta Angeli e Demoni, ha mosso i primi passi come terapeuta. Siamo nel 1980, Foti ha in tasca una laurea in lettere ma finisce a fare un tirocinio da psicologo all’ospedale di Novara. Appena due anni più tardi darà vita alla sua creatura: la Hansel e Gretel di Moncalieri.

Qualcosa di più di un quartier generale. La onlus è anche il biglietto da visita con cui il terapeuta riesce ad accreditarsi presso le procure di mezza Italia. I primi li assume a Torino, dove diventa consulente e perito nei processi di abusi e maltrattamenti sui minori, arrivando persino a ricoprire il ruolo di giudice onorario minorile. Sono gli anni in cui entra in contatto con l’establishment piemontese. Chi se lo ricorda ai tempi degli esordi lo descrive come un personaggio “estremamente carismatico e rassicurante”. A fare da cerniera tra lui e quel mondo sono soprattutto gli eventi di respiro internazionale che organizza in città e che lo rendono popolare. La sua credibilità non viene scalfita neppure quando, alla fine degli anni Novanta, l’attività di consulente tecnico d’ufficio si interrompe bruscamente. “Non ho mai visto una perizia d’ufficio, né della procura né del tribunale giudicante, a firma del dottor Foti almeno dal 97”, ci racconta la psichiatra e storica consulente Patrizia De Rosa. Ad un certo punto, infatti, “l’azione giudicante si è resa conto di non aver bisogno di perizie assertive che spesso non si integravano con gli altri elementi di indagine”. Questo perché, il metodo Foti, ci conferma l’esperta, era caratterizzato da “un atteggiamento di estrema vicinanza a quello che riferivano la madre o il padre autori della denuncia”.

Nonostante l’inciampo, il professore continua a godere di ottima considerazione a livello istituzionale. Se per mesi si è parlato di “partito di Bibbiano” in riferimento al Partito democratico, accusato di aver promosso e sostenuto le attività di Foti, l’esperienza torinese insegna che, almeno all’ombra della Mole, l’infatuazione per il guru della psicoterapia sia stata trasversale. Il rapporto tra il Comune di Torino e la Hansel e Gretel, infatti, è stato costante. L’amministrazione guidata dalla grillina Chiara Appendino, ad esempio, ha destinato un assegno di 195mila euro a una decina di realtà volontaristiche. Tra queste spicca proprio la onlus di Foti. Ma già nel febbraio dello stesso anno, Palazzo Civico aveva concesso il suo patrocinio al trentennale dell’associazione. La tre giorni si è svolta in una sala di proprietà della Regione Piemonte, all’epoca governata dal dem Sergio Chiamparino. Uno spazio che, in più occasioni, ha ospitato i seminari organizzati da Foti e rivolti a psicologi, medici, operatori sociali, educatori, insegnanti, insomma tutte quelle figure che lavorano a contatto con bimbi e ragazzi.

Parallelamente si intensificano le attività cliniche e terapeutiche. Fiore all’occhiello del progetto è proprio l’equipe che si occupa di maltrattamenti e abusi. Un gruppo di esperti che aveva il compito di diagnosticare il trauma nei casi segnalati dai servizi sociali. Il metodo utilizzato, era lo stesso che, a suo tempo, i tribunali torinesi avevano rottamato, rimpiazzando Foti e il suo staff con consulenti meno “ossessionati” dalla conferma dell’abuso. Una tendenza confermata dai dati diffusi in rete dalla stessa onlus: nel 70% dei casi affrontati, circa 400 dal 2011 al 2015, gli allievi del terapeuta hanno riscontrato il trauma. “Torino è una super Bibbiano. Il caso Hansel e Gretel, il caso Foti nascono proprio qui, quindi se dovessimo trovare un luogo che è la testa della piovra direi che questo è Torino”, ci spiega il professor Alessandro Meluzzi. Per andare a fondo sulla questione è stata creata una commissione d’indagine a Palazzo Lascaris, su iniziativa del capogruppo di Fratelli d’Italia, Maurizio Marrone. “La Hansel e Gretel ha formato intere generazioni di assistenti sociali, educatori, operatori, giudici onorari, tutte figure che appartengono allo stesso ambiente, e il rischio – sostiene il consigliere – è che questo abbia portato a una diffusione capillare dell’ideologia fotiana”.

il giornale.it

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