Di Martedì, c’è Salvini in studio e Di Maio va subito via “Matteo? Salutatelo voi”
Di Maio non usa giri di parole e adesso manda un messaggio chiaro a Matteo Renzi.
Il leader del Movimento Cinque Stelle risponde alle tensioni degli ultimi giorni sulla riforma della Giustizia e dal salotto di Floris a Di Martedì avverte i “compagni” della maggioranza. Di Maio infatti evoca “scossoni” nel governo e tra i giallorossi nel caso in cui la riforma dovesse naufragare: “Se non ci fosse in Parlamento una maggioranza sulla riforma della giustizia ne trarremo le conseguenze”. Parole fin troppo chiare che aprono scenari per una eventuale crisi di governo questa volta sul fronte della Giustizia. Di Maio, dopo la stilettata, prova a frenare: “Che intenzioni ha Renzi? Chiedetelo a lui. Per quanto mi riguarda contano i voti in Parlamento”. Insomma la sensazione è che la luna di miele tra i 5 Stelle e l’ex segretario dem possa durare davvero poco. Da giorni infatti il premier Conte e gli stessi grillini sono di fatto nel mirino dell’ex segretario dem e adesso le tensioni arrivano anche dalle parti di Di Maio.
La manovra sarà il grande banco di prova per la tenuta della maggioranza e le prime scintille sulla Nadef e sulle coperture hanno alzato il velo sulla fragile stabilità del patto giallorosso. Al centro dell’agenda del governo però c’è anche la gestione dei flussi migratori e anche su questo punto è intervenuto Di Maio: “Per me la soluzione non è la redistribuzione, ma fare i rimpatri. Per quello servono accordi, e noi stiamo riducendo da due anni a quattro mesi i tempi per i rimpatri. Con Tunisia, Marocco e Algeria gli accordi c’erano, ma non erano ratificati, e comunque le procedure per stabilire chi deve tornare indietro e chi puo’ restare vanno fatte qui e vanno velocizzate”. Infine Di Maio ha anche mandato un messaggio a Salvini (anche lui a Di Martedì) sul caso spy-story e Russiagate: “Tutto quello che ho visto di pubblico” sul Russiagate “per me non era un problema. Ma il fatto che Salvini non sia andato in Parlamento a riferire ha contribuito a creare ancora di più la spy story. Era l’8 agosto quanto ricevetti l’sms di Salvini, forse è lui che si è “auto-complottato” perché non c’è nessuna dietrologia dietro alla caduta del governo”. Infine, mentre Di Maio va via, Floris lo incalza: “Dopo arriva Salvini, si vuole fermare?”. Il ministro va via subito: “Me lo saluti…”.
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