“Più sbarchi”, “È il tuo metodo”. Scontro di fuoco Salvini-Di Maio sui migranti
Scintille tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Al centro dello scontro c’è il piano migranti varato dal governo giallorosso.
Proprio ieri una circolare del Viminale ha dato il via libera alla redistriubuzione di 90 migranti in tre regioni. Una mossa contro cui si è scagliato l’ex ministro degli Interni con parole dure: “La grande differenza tra il governo con la Lega e il governo senza la Lega è semplice: con la Lega gli sbarchi diminuivano e i grandi centri per immigrati come Mineo, Cona e Bagnoli venivano chiusi. Col governo del tradimento, invece, gli sbarchi si sono subito moltiplicati, le strutture di accoglienza sono tornate nel caos e il governo manda clandestini in giro per l’Italia. Non vediamo l’ora di tornare al voto per mandare a casa questi incapaci, a partire dall’Umbria che la sinistra continua a disprezzare. Prima ha umiliato i cittadini con una giunta decimata dagli arresti, ora regala immigrati clandestini in arrivo a Terni”.
Insomma il leader del Carroccio prova a marcare la differenza tra le politiche messe sul campo dalla Lega di governo e quelle del nuovo esecutivo a guida Pd-M5s. Ed è su queste parole di Salvini che arriva la reazione di Luigi Di Maio che va all’attacco: “Sui ricollocamenti” dei migranti “seguiamo il metodo” di Matteo Salvini “da ministro dell’Interno”. Poi arriva l’affondo che accende ancora di più lo scontro: “Durante i 14 mesi del precedente governo in cui il ministro dell’Interno non era del Movimento 5 stelle, arrivavano continuamente barchini e imbarcazioni che sbarcavano migranti, le Ong erano il 10 per cento, il 90 per cento erano piccole imbarcazioni. E’ sempre accaduto in quei 14 mesi, chi sbarcava veniva redistribuito nelle diverse regioni d’Italia. Adesso chi arriva viene redistribuito in Europa, ma non mi accontento -ha concluso Di Maio- chi arriva non può stare qui, deve essere riportato a casa”. Insomma sui migranti continua la “guerra” tra il leader grillino e quello del Carroccio. Ma questa volta da due posizioni diverse. Uno è al governo, l’altro all’opposizione.
il giornale.it