Ecco la trappola dei giallorossi su Quota 100: 5-6 anni in più per lasciare il lavoro
Almeno cinque o sei anni in più di lavoro prima di poter andare in pensione. Chi, entro il 2021, per motivi anagrafici o contributivi, non è rientrato in Quota 100 potrebbe vedere rimandati di parecchio tempo i propri sogni da “vecchietto”.
Nei programmi del nuovo governo, difatti, la misura fortemente voluta dalla Lega e da Matteo Salvini non è fondamentale e non è detto, quindi, che al termine del triennio di sperimentazione la misura venga riconfermata. Lo stesso premier Giuseppe Conte ha ricordato che Quota 100 era una “misura temporanea introdotta per sanare una ferita” e quindi non si escludono modifiche. Il viceministro allo Sviluppo Economico, Stefano Buffagni, invece, ha assicurato che “Quota 100 è una misura che ha funzionato” lasciando intendere la possibilità che venga riproposta.
Allo stato attuale, però, per chi non ha potuto accedervi ci saranno un bel po’ di anni in più di quelli che, probabilmente, si auspicava; magra consolazione nel fatto che questi anni contributivi andranno comunque a migliorare la propria pensione. A essere confermata per il prossimo anno, invece, c’è “Opzione donna” che prevede per le lavoratrici di poter andare in pensione a 58 anni se sono dipendenti, a 59 se autonome e con 35 anni di contributi (ma con il 30% in meno di pensione).
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