Sala vuole i 500 nuovi taxi: “E facciano pagare con carta”
Il braccio di ferro sulle 500 nuove licenze taxi annunciate giorni fa è solo all’inizio ma il sindaco Beppe Sala non sembra pronto ad allentare la presa: «Capisco che la categoria lo veda come un rischio di avere meno lavoro ma a fronte di licenze lasciate invariate da molto molti anni e il flusso di turisti che a Milano è visibilmente aumentato l’operazione ha senso.
Sarà «una piattaforma più ampia delle sole licenze – puntualizza Sala-, il pagamento elettronico è uno dei temi di cui vorremmo discutere. Abbiamo tante segnalazioni sul rifiuto del Pos, ormai si paga con carta di credito anche il caffè al bar, è fondamentale».
Per il direttore dello 02.69.69 «non servono licenze ma doppie guide e turni più flessibili. Penso ai casi in cui si blocca la metropolitana, ai radiotaxi basterebbe avvisare last minuti le auto in giro di rimanere in servizio». E per il capogruppo della Lega Alessandro Morelli «tra app, siti e nuove norme che stanno cambiando il settore, parlare di licenze vuol dire non avere visione e ragionare ancora nel 1900».
Il braccio di ferro sulle 500 nuove licenze taxi annunciate giorni fa dal Comune è solo all’inizio ma il sindaco Beppe Sala non sembra pronto ad allentare la presa: «Capisco che la categoria lo veda come un rischio di avere meno lavoro ma rimane il fatto che a fronte di licenze lasciate invariate da molti molti anni e il flusso di turisti che a Milano è visibilmente aumentato l’operazione ha senso.
Nessuna volontà di fare niente che non sia concordato», l’assessore alla Mobilità Marco Granelli attende dai sindacati le osservazioni al piano confezionato per riequilibrare domanda e offerta del servizio, ma da parte del sindaco insomma c’è l’avanti tutta.
E sarà «una piattaforma più ampia delle sole licenze – puntualizza -, il pagamento elettronico è uno dei temi di cui vorremmo discutere. Giustamente abbiamo tante segnalazioni sul rifiuto da parte dei tassisti e ormai si paga con carta di credito anche il caffè al bar, è uno strumento fondamentale».
Un passo indietro. L’assessore Granelli ha presentato alle associazioni di categoria un piano che parte dallo studio commissionato dal Comune sulle chiamate inevase, il 15% dalle 8 alle 10 del mattino e il 27% dalle 19 alle 21 durante la settimana, il 31% dalle 19 alle 21 e addirittura il 42% da mezzanotte alle 5 nel fine settimana. Da qui la decisione di aprire un bando per vendere 500 nuove licenze (tutte per auto elettriche, 250 attrezzate con il pianale ribassato per i disabili e 250 con un vincolo orario), possibilità di attivare la seconda guida per estendere l’orario di lavoro a 16 ore divise in due turni (due da otto ore o uno da dieci e uno da sei), ma chi attiverà il doppio autista dovrà garantire i pagamenti elettronici a favore dei clienti. Nel pacchetto è previsto anche l’avvio del «taxi sharing», la possibilità di portare più persone, sia dirette allo stesso luogo o con percorsi parzialmente diversi ma integrabili. Gli utenti ovviamente divideranno il costo della corsa.
Pietro Gagliardi, delegato taxi Claai-Unione Artigiani, ha «preso atto ed espresso da subito perplessità sul progetto, soprattutto perché nel medesimo non vengono menzionate a nostro parere le vere cause principali che portano al problema della carenza di servizio in alcune fasce orarie.
Una volta fatte le dovute valutazioni non ci sottrarremo dalla partecipazione al tavolo di confronto portando le nostre osservazioni e soluzioni e mettendo in campo tutte le soluzioni consentite dalle norme che regolano il nostro settore, partendo dal presupposto che siamo stati classificati ai primi posti per qualità di servizio».
Sull’accordo a un passo per il trasloco del centro di produzione Rai al Portello il sindaco ha premesso: «Non so a che punto sia operativamente il progetto, tutte le volte che sento i vertici Rai mi riconfermano l’interesse, secondo me sarebbe molto importante e il massimo sarebbe avere qui il polo Rai e una maggiore enfatizzazione del canale internazionale. Nessuna città come Milano può portare un contributo al dibattito e trarne beneficio».
il giornale.it