D’alema striglia il Pd: “Si faccia dire da Landini come si parla agli operai, che ora votano la Lega…””
Massimo D’Alema vuole Maurizio Landini per il Pd ed etichetta come “surreale” la proposta di Carlo Calenda di aprire il Partito Democratico ai moderati, “perché votano già per noi”.
Insomma, mai parole di pacificazione, ma sempre (o quasi) di polemica per l’ex premier nei confronti della compagine dem, suo ex partito.
“Io anziché aprire il dibattito sul centro mi piglierei uno dei pochi capi operai della sinistra, Maurizio Landini, e gli farei fare un seminario di una settimana per spiegare come si parla agli operai, il 50 per cento dei quali ha votato Lega. Perché il Pd, al momento, non è in grado di farlo. Nel mio partito ideale, in campagna elettorale tutti i lunedì i candidati sarebbero mandati a fare comizi davanti alle fabbriche“, dice intervistato da La Repubblica.
Dunque, nel corso della chiacchierata con il quotidiano, D’Alema commenta così il risultato delle Europee di domenica 26 maggio: “Le elezioni le ha vinte la destra, su questo non c’è dubbio. Ma il risultato del Pd è stato positivo. Il centrosinistra ha fermato una emorragia e si è reinsediato nel suo mondo. Non dimentichiamo che, dopo il voto del 2018 e un anno di logoramento, secondo i sondaggi era sceso anche più giù del 18 per cento”. Quindi, rivede il ritorno del bipolarismo e se ne compiace: “Il vantaggio della destra è preoccupante, ma il dato più interessante delle Europee è che il risultato ha riproposto uno scenario bipolare destra-sinistra che sembrava superato. Averlo ripristinato è fondamentale: il Pd è di nuovo in campo ed è l’antagonista di Salvini, mentrei Cinque Stelle continueranno ad avere un mercato elettorale, ma è fallito il loro impianto culturale, cioè l’dea che si potesse costruire una dimensione post-politica e liquidare la dualità destra-sinistra”.
Infine, una stoccata a Matteo Renzi e un consiglio al nuovo segretario Nicola Zingaretti: “Il Pd si è presentato con un volto nuovo, positivo, non arrogante e non anti-sindacale. Però quell’elettorato che si era allontanato aveva bisogno di un elemento più forte di discontinuità che non c’è stato. Per ragioni anche comprensibili, il poco tempo a disposizione. L’immagine del Pd resta da ricostruire, insieme a una coalizione di centrosinistra completamente nuova”.
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