Giuseppe Conte, lo sfogo rubato contro Salvini: “Non resto qui a ogni costo”

Non ha nessuna intenzione di fare “l’ostaggio”, Giuseppe Conte. Dopo le elezioni europee e il disastro del Movimento 5 Stelle, forse il premier rischia più di un già traballante Luigi Di Maio, e per questo non pare disposto a diventare il punching ball di Matteo Salvini. La Lega, con il suo 34% a fronte del 17% del M5s, ha ribaltato gli equilibri e anche se in Parlamento i numeri restano gli stessi, con la netta maggioranza grillina, il Capitano ha già dettato l’agenda di governo. Flat tax, immigrazione, sicurezza-bisTav, tutti punti che sembrano scuse perfette per far franare la maggioranza e Conte.

“Li lascio sfogare qualche giorno, ma poi li convoco tutti e due e ci mettiamo attorno a un tavolo: o ci sono le condizioni per andare avanti o lasciamo perdere, io non resto qui a ogni costo, un lavoro a cui tornare ce l’ho”, è lo sfogo del premier-avvocato del popolo raccolto dal Fatto quotidiano. Ai giornalisti ha semplicemente precisato di non sentirsi “commissariato”, ma nelle segrete stanze di Palazzo Chigi pare aver alzato la voce. Mercoledì mattina ha ricevuto nel suo studio prima Salvini e poi Di Maio. L’intenzione è quella di incontrarsi con entrambi per la più classica “verifica di governo”, con il contratto sul tavolo e gli alleati costretti a guardarsi negli occhi e dire chiaro e tondo se davvero hanno entrambi la volontà di continuare l’avventura. La lista delle priorità farà capire, spiega il Fatto riportando il pensiero di Conte, “se quello di Salvini è un bluff e la Lega vuole soltanto andare a votare provocando la rottura” e se dall’altro lato il Movimento “non è più abbastanza compatto da riuscire ad accettare qualche inevitabile concessione all’alleato di governo”.

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