Genova, pm aprono due inchieste contro poliziotti e antifascisti

Sono due le inchieste aperte oggi – al momento contro ignoti – dalla procura di Genova per i disordini di ieri sera alla manifestazione di Casapound.

La prima sarà contro gli agenti e ipotizza il reato di lesioni aggravate dall’uso dell’arma (il manganello) e dalla gravità delle ferite. In particolare i poliziotti sono accusati anche di aver pestato il giornalista di Repubblica, Stefano Origone. La questura di Genova ha assicurato piena collaborazione “per soddisfare eventuali deleghe o approfondimenti inerenti qualsiasi aspetto connesso alle vicende che hanno connotato l’evento”.

Un secondo fascicolo riguarda invece i manifestanti dei centri sociali che dovranno rispondere di danneggiamento e lancio di oggetti pericolosi. Saranno identificati dalla sezione investigativa della Digos, mentre l’identificazione degli agenti spetterà alla Squadra mobile. Saranno passati al vaglio foto e video e verranno ascoltati i testimoni. I due antagonisti fermati già ieri sera sono stati processati oggi per direttissima con l’accusa di lancio pericoloso di oggetti, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale.

Ieri sera in piazza Corvetto c’erano 4-5mila persone tra antifascisti e centri sociali che hanno organizzato una contromanifestazione contro il comizio di Casapound (a cui hanno partecipato una 20ina di esponenti di estrema destra). Schierati per evitare tensioni c’erano oltre 300 agenti. La situazione si è riscaldata quando, davanti allo striscione “Genova antifascista”, si è aperto un varco tra i cellulari delle forze dell’ordine posizionati dietro le grate. In quel momento un gruppo di contestatori ha provato a sfondare e i poliziotti hanno risposto a colpi di manganello. Sono volate bottiglie e petardi, e il presidio è stato respinto con i fumogeni, sparati anche ad altezza uomo.

l bilancio è di due antagonisti fermati e diversi feriti, fra cui due carabinieri e un poliziotto della Digos. Almeno tre contusi sono stati portati via in ambulanza, tra cui Stefano Origone: stava seguendo il presidio quando è stato caricato dall’antisommossa. La prima prognosi riguarderebbe la rottura di due dita della mano, oltre allo shock. Il questore Vincenzo Ciarambino gli ha fatto visita in ospedale: “Ho chiesto scusa. È successo in una fase confusa, mentre stavamo arrestando uno che aveva partecipato ai disordini. In quel frangente una ventina di manifestanti stavano scendendo dalla scalinata per liberare l’ostaggio”. Ma per il Cdr di Repubblica il cronista “non è stato vittima di un colpo sfuggito per sbaglio, è stato preso deliberatamente e ripetutamente a manganellate mentre stava svolgendo il suo lavoro. Ed è stato soccorso solo grazie all’intervento di un ispettore della questura, che lo conosceva personalmente”. Il Comitato di redazione del quotidiano ha chiesto al capo della polizia, Franco Gabrielli, e al ministro dell’Interno di fare “piena luce sull’accaduto individuando e sanzionando i responsabili di un’azione inaccettabile in un Paese democratico”.

Matteo Salvini ha espresso vicinanza al cronista: “Ogni volta che ci sono i centri sociali in piazza è il caos”, ha detto, “Nel decreto Sicurezza bis pene severe per i teppisti da stadio, per chi aggredisce donne e uomini in divisa e per chi va in piazza con caschi e bastoni”.

il giornale.it

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