Il ministro Savona ‘ha trovato’ 50 miliardi per un ingente piano di investimenti
Intervistato da La Verità, Paolo Savona ha detto che non esiste un piano B di uscita dell’Italia dall’Euro e propone di usare 50 miliardi di avanzo con l’estero per un ingente piano di investimenti.
“L’Italia -ha spiegato il ministro per gli affari europei – da tempo vive al di sotto delle proprie risorse, come testimonia un avanzo di parte corrente della bilancia estera”.
“Tale avanzo – ha proseguito – non può essere attivato, cioè non possiamo spendere, per l’incontro tra i vincoli di bilancio e di debito dei Trattati europei”.
Savona ha aggiunto che questo avviene nonostante il nostro Paese abbia ancora un tasso di disoccupazione nell’ordine del 10% della forza lavoro e “rischi crescenti di povertà per larghe fasce di popolazione”.
“L’avanzo sull’estero di quest’anno è al 2,7% del Pil, per un valore complessivo di circa 50 miliardi: esattamente ciò che manca alla domanda interna”, ha osservato.
“Se l’Ue lo accetta, – ha continuato – meglio ancora se propone essa stessa, nel reciproco interesse, un piano di investimenti di tale importo, la crescita del Pil che ne risulterebbe può consentire un gettito fiscale capace di coprire allo stesso tempo la quota parte delle spese correnti implicite nelle proposte di Flat Tax, salario di cittadinanza e revisione della Legge Fornero senza aumentare né il disavanzo pubblico, né il rapporto debito pubblico/Pil su base annua”.
Secondo Savona l’Unione Europea ha tutto l’interesse ad accettare questa proposta anche perché, con le elezioni a metà 2019, questo sarebbe un modo per riconquistare la fiducia dell’opinione pubblica, non solo italiana, che ha perdeuto negli ultimi anni.
Savona ha anche affermato che la Banca Centrale Europea dovrebbe avere “la piena facoltà di governare il cambio esterno dell’euro e di effettuare interventi da lender of last resort, ossia prestatore di ultima istanza”.