Giorgia Meloni è diventata lady rabbia


La leader di Fratelli d’Italia sui social punta a fare infuriare i suoi follower sette giorni su sette con notizie su immigrati e attacchi alla sinistra. Molto più di quanto non faccia ormai Matteo Salvini

Ora che Matteo Salvini è al governo e, tra un selfie e una fetta di pane con la Nutella, deve pure ricordare ai suoi fan che qualcosa come ministro la sta facendo, per Giorgia Meloni si è aperto un nuovo spazio social. La leader di Fratelli d’Italia sta infatti scalando le classifiche di Facebook seguendo le orme del maestro leghista e puntando tutto sul fattore “R”. R come rabbia.


Nessuno come l’onorevole della Garbatella passa infatti oggi il suo tempo a cercare di fare infuriare chi la segue, proponendogli ventiquattro ore su ventiquattro e sette giorni su sette post come: «PAZZESCO! Anziano massacrato a bastonate da un rumeno viene rimborsato con 50 euro. Questa sarebbe giustizia?», «Dopo oggi sono ancora più determinata a combattere con ogni mezzo questi animali della mafia nigeriana. Non ci sarà un’altra Pamela!», «21mila euro: questa la cifra con cui lo Stato ha deciso di risarcire la famiglia di David Raggi, ragazzo sgozzato senza motivo da un clandestino», e via discorrendo.

Il repertorio è quello sdoganato da Salvini negli ultimi anni: notizie in cui si segnalano solo i crimini degli immigrati o in cui si attacca la sinistra e i suoi esponenti più rappresentativi etichettandoli come buonisti o radical chic. E i risultati della nuova strategia, dietro cui pare esserci anche lo zampino della webstar della destra Tommaso Longobardi, si stanno già vedendo: da quando ha giurato il governo Gialloverde lo scorso giugno, Meloni è la terza politica ad aver guadagnato più fan su Facebook (dietro solo al già citato vicepremier Salvini e al suo alleato Di Maio).

Certo, non proprio una vita felice quella dei follower di Giorgia: per ogni dieci like presi su Facebook ci sono cinque “faccine arrabbiate”, la reazione con cui si esprime appunto la rabbia sul social network.

Un rapporto tanto sbilanciato non si vede neanche tra gli altri campioni di destra, compresi quelli con la felpa. Figuriamoci poi tra gli esponenti della sinistra che, nonostante siano all’opposizione, quasi mai calcano su questo tasto nella loro comunicazione. E un po’ a sorpresa hanno smesso di usare il fattore R anche i 5 Stelle: Luigi Di Maio ad esempio nell’ultimo mese ha accumulato circa due milioni di like sui suoi messaggi su Facebook e appena 30mila reazioni arrabbiate: un dilettante.

Giorgia “lady rabbia” Meloni ha la strada spianata


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