Pattugliamento Italo-Svizzero: confini blindati per contrastare l’immigrazione clandestina.
Con il passare delle ore, a Palazzo Chigi si consolida la certezza che dalla crisi libica sarà l’Italia a pagare il prezzo più alto. Il più preoccupato per questa situazione è proprio il premier italiano.
Si teme che lo scontro tra le truppe del generale Haftar e quelle a Tripoli di Serraj possa degenerare e scaturire in una guerra civile dalla durata incerta. E i tempi sono allarmanti.
Per questo, Giuseppe Conte ha deciso di tenersi in contatto con Serraj, al quale l’Italia ha sempre confermato il proprio appoggio.
Se il conflitto militare non si dovesse fermare, il primo effetto sarebbe una nuova emergenza migranti, stavolta complicata da gestire per l’Italia se il governo vuol tenere il punto sulla chiusura di fatto dei porti a barconi e navi Ong.
Le previsioni degli analisti sono ancora incerte, ma è chiaro che le forze militari di Haftar non sono nettamente superiori a quelle di Tripoli, al punto almeno da riuscirsi a imporre in tempi brevi.
Il che aprirebbe le porte a uno scenario di stallo, con la conseguenza che tutto il sistema di filtro migratorio finora operato dalla Libia crolli sotto la pressione dei profughi in fuga dagli scontri bellici.
Ora gli occhi sono puntati tutti su Tripoli. Perchè l’Italia non possa diventare la terra di sbarco di tutti.
Fonte: libero