Castelvetrano, «Pensioni di invalidità in cambio di voti ai politici massoni»
L’ex deputato di Forza Italia ed ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana Francesco Cascio, 55 anni, è stato arrestato dai carabinieri insieme da altre 26 persone con l’accusa di fare parte di una loggia massonica segreta che a Castelvetrano, il paese del boss mafioso Matteo Messina Denaro nel Trapanese, avrebbe condizionato la pubblica amministrazione e le indagini della magistratura. Altre 10 persone sono indagate a piede libero per reati contro la pubblica amministrazione, contro l’amministrazione della giustizia e per associazione a delinquere segreta.
Le indagini dei Carabinieri, coordinati dalla Procura di Trapani, avviate nel 2015, ruotano attorno alla figura di Giovanni Lo Sciuto, 56 anni, nella scorsa legislatura vicepresidente della Commissione Lavoro e componente dell’Antimafia regionale, deputato regionale fino al 2017, accusato di aver commesso numerosi reati contro la Pubblica amministrazione con l’obiettivo di ampliare la sua base elettorale e il suo potere politico. Lo Sciuto avrebbe creato uno «accordo corruttivo» con Rosario Orlando, che era responsabile del Centro Medico Legale dell’ Inps, poi collaboratore esterno dello steso ente quale «medico rappresentante di categoria in seno alle commissioni invalidità civili».
Lo Sciuto avrebbe ottenuto da Orlando la concessione di numerose pensioni di invalidità per i suoi elettori, anche in assenza dei presupposti previsti dalla legge. Sono 70 quelle al vaglio degli inquirenti. Il medico dell’Inps sarebbe stato corrotto attraverso regali ed altre utilità, e anche attraverso l’intercessione con l’ex Rettore Roberto Lagalla, oggi assessore regionale all’Istruzione e destinatario di un’informazione di garanzia, per l’aggiudicazione di una borsa di studio a favore della figlia presso l’università di Palermo. Secondo gli inquirenti l’indagine ei reati sono stati commessi da «una associazione a delinquere promossa ed capeggiata da Lo Sciuto» con la collaborazione, nel settore organizzativo, del massone Giuseppe Berlino. Gli aderenti alla loggia massonica, secondo i pm, «non si limitavano alla esecuzione di una serie indeterminata di delitti ispirati da un medesimo disegno criminoso», ma miravano anche al«condizionamento e l’asservimento dell’attività di organi costituzionali e di articolazioni territoriali della pubblica amministrazione alle finalità segrete del gruppo criminale».
In carcere tre poliziotti e risulta indagato per abuso d’ufficio l’attuale assessore all’Istruzione, Roberto Lagalla, ex rettore di Palermo in relazione, secondo i magistrati di Trapani guidati dal procuratore Alfredo Morvillo, a una borsa di studio destinata alla figlia di uno degli arrestati nell’operazione «Artemisia». Dell’associazione a delinquere farebbero parte anche l’ex sindaco di Castelvetrano Felice Errante, l’ex vice sindaco Vincenzo Chiofalo e il commercialista massone Gaspare Magro. Lo Sciuto godeva inoltre del rapporto privilegiato con il presidente dell’ente di formazione professionale Anfe, Paolo Genco, anche lui arrestato, che gli garantiva sostegno economico e raccolta di voti per le sue candidature, nonché il suo consenso popolare, strettamente connesso alle assunzioni presso l’Anfe. In cambio avrebbe agevolato la concessione dei finanziamenti a favore dell’ente.
Tra gli arrestati numerosi esponenti politici e istituzionali della provincia di Trapani, che insieme a professionisti e massoni avrebbe fatto parte di una vera e propria loggia segreta. Ai domiciliari anche l’ex sindaco di Castelvetrano Felice Errante. Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, di corruzione, concussione, traffico di influenze illecite, peculato, truffa aggravata, falsità materiale, falsità ideologica, rivelazione ed utilizzazione del segreto d’ufficio, favoreggiamento personale, abuso d’ufficio ed associazione a delinquere segreta finalizzata ad interferire con la pubblica amministrazione (violazione della cosiddetta legge Anselmi). Emersi diversi episodi di violazione del segreto istruttorio e favoreggiamento nei confronti di Lo Sciuto da parte di appartenenti alle forze dell’ordine e di esponenti politici regionali quali l’ex deputato regionale Cascio.
L’ex deputato Cascio è agli arresti domiciliari: esponente di primo piano di Forza Italia, ha ricoperto la carica di presidente del Parlamento siciliano dal 2008 al 2012; è stato anche deputato nazionale nel ‘94 e nel ‘96. Cascio in passato era stato accusato di aver fatto ottenere, quando era assessore regionale al Turismo, di aver fatto ottenere un finanziamento europeo di sei milioni di euro per costruire un golf club a un’impresa che non aveva i requisiti per ottenerli. Nell’ottobre del 2016 era stato condannato in primo piano dal Gup di Palermo, con il rito abbreviato, a due anni e 8 mesi e sospeso dall’Assemblea regionale siciliana per effetto della Legge Severino, ma nel dicembre di due anni fa era stato assolto e riabilitato.