Mare Jonio, l’ammiraglio libico: “La menzogna della Ong, come ci hanno tagliato fuori”

Contro la ong Mare Jonio, ora, piove anche la testimonianza della Guardia Costiera libica. Si parla del salvataggio, al di fuori delle regole, dei 49 migranti, poi portati fino al largo di Lampedusa. Interpellata dall’Agi, la Guardia Costiera libica ha puntato il dito: “Eravamo a cinque miglia dal gommone in panne ed eravamo in grado di recuperare in sicurezza tutte le persone a bordo. L’intervento della nave dell’Ong Mediterranea non era necessario ed è stato pretestuoso“, afferma il portavoce, l’ammiraglio Ayoub Qassem.

Dunque prosegue: “Non comprendiamo perché abbiano voluto prendere loro i migranti, a ogni costo, pur essendo in acque libiche. Alla nostra richiesta di chiarimenti hanno spiegato che i migranti si trovavano in una situazione di pericolo ma questo non è vero, non si è trattato di un naufragio ma solo di un guasto al motore”. L’ammiraglio, successivamente, ricostruisce i movimenti della motovedeta libica: “È poi a distanza perché a quel punto i migranti per non tornare in Libia avrebbero messo a rischio la loro vita e quella dell’equipaggio”. Infine sempre Qassem ha aggiunto: “Le Ong ostacolano le operazioni di salvataggio per interessi certamente non umanitari”.

Nel frattempo dal Viminale, Matteo Salvini ha usato parole chiare per ribadire quale sia la linea: “Se un cittadino forza un posto di blocco stradale di Polizia o Carabinieri, viene arrestato. Conto che questo accada”. “Nessun pericolo di affondamento – prosegue – né rischio di vita per le persone a bordo (come documentato da foto), nessun mare in tempesta. Ignorate le indicazioni della Guardia Costiera libica che stava per intervenire, scelta di navigare verso l’Italia e non Libia o Tunisia, mettendo a rischio la vita di chi c’è a bordo, ma soprattutto disobbedienza (per ben due volte) alla richiesta di non entrare nelle acque italiane della Guardia di Finanza”. Lo scontro è totale.

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