Salvini alza il muro anti-Ong: “Direttiva per fermare azioni illegali”
Salvini è pronto allo scontro frontale con le Ong. I mesi passano, gli sbarchi si riducono, ma le organizzazioni umanitarie continuano a pattugliare le acque di fronte alla Libia.
Sabato la Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans è partita da Palermo e neppure 48 ore dopo ha già “incrociato” un’imbarcazione con 50 migranti, li ha caricati a bordo e ora punta verso Lampedusa per chiedere a Roma l’indicazione di un porto sicuro di sbarco.
Non sarà così facile ottenerlo. Il ministero non sembra disposto a autorizzare lo sbarco della Mare Jonio, almeno non senza combattere. Pochi secondi dopo l’annuncio dell’operazione di soccorso da parte di Mediterranea, infatti, fonti del Viminale hanno fatto trapelare che il ministro Salvini “sta per firmare una direttiva” per “stoppare definitivamente le azioni illegali delle Ong”.
Nel mirino del Viminale c’è proprio le modalità con cui Mediterranea avrebbe realizzato il salvataggio. “La Mare Jonio – ha scritto su Twitter l’Ong – ha incrociato un gommone in avaria che stava affondando con una cinquantina di persone. Li stiamo già soccorrendo. La cosiddetta Guardia Costiera libica arrivata in un secondo momento, si sta dirigendo verso di noi”. Il barcone si trovava a circa quaranta miglia dalla costa libica, dunque in quella che viene definita l’area Sar di Tripoli. Dopo aver lanciato i giubbotti di salvataggio, i volontari avrebbero caricato a bordo gli immigrati. La domanda cui ora sarà necessario dare una risposta è: perché non attendere l’arrivo della Guardia costiera libica?
Secondo le prime ricostruzioni, la Marina di Tripoli sarebbe sopraggiunta, ma solo qualche istante dopo e – scrive Repubblica – avrebbe fatto marcia indietro per tornare verso le proprie coste.
Il braccio di ferro ora si giocherà proprio si questo dettaglio. Salvini da tempo ripete questo dogma: “Il principio è che in acque libiche intervengono i libici”. Punto. Ecco perché alla richiesta di un Pos da parte di Mediterranea, il Viminale ha reagito con l’annuncio di una stretta sulle operazioni delle Ong. In realtà sembra difficile che la Mare Jonio, che batte bandiera italiana, possa essere tenuta in stallo troppo a lungo (come successo per Sea Watch e in altre occasioni), ma Salvini sembra intenzionato a porre un freno alle navi umanitarie.
L’idea è quella di impartire “una direttiva per ribadire le procedure dopo eventuali salvataggi”. “La priorità – assicurano fonti del ministero – rimane la tutela delle vite, ma subito dopo è necessario agire sotto il coordinamento dell’autorità nazionale territorialmente competente, secondo le regole internazionali della ricerca e del soccorso in mare”. Il Viminale sembra ipotizzare che Mare Jonio non abbia collaborato con la Marina libica come sperato. “Qualsiasi comportamento difforme – sostiene il ministero – può essere letto come un’azione premeditata per trasportare in Italia immigrati clandestini e favorire il traffico di esseri umani”. Ecco perché presto arriverà la direttiva di Salvini per “chiudere le acque” alle Ong.
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