“Si è incastrato da solo con quella telefonata…” il padre di Renzi è nei guai fino al collo. La clamorosa scoperta degli investigatori

Valentina Errante per ”Il Messaggero

Ad aggravare la loro posizione ci sono anche due telefonate, fatte a poche ore dall’ arresto. E così Tiziano Renzi e Laura Bovoli rimarranno ai domiciliari, con le accuse di bancarotta fraudolenta e false fatturazioni.

Non solo perché lunedì scorso, davanti al gip che ha firmato l’ ordinanza di custodia cautelare, i genitori dell’ ex premier si sono limitati a negare le contestazioni, contraddicendosi.

Ma anche perché dai tabulati risulta che, nel pomeriggio del 18 febbraio, Tiziano Renzi abbia chiamato l’ amministratore della Marmodiv, la società sull’ orlo del crac che, per i pm, i coniugi amministravano attraverso terzi. La versione dai Renzi, scrive il giudice, è valida solo «se si ipotizza una specie di complotto che ha determinato la costituzione di un compendio indiziario falso».

E mentre il Tribunale respinge la richiesta di revoca dei domiciliari ed emergono nuovi elementi di accusa, che rendono ancora vive le esigenze cautelari e rendono insufficienti le dimissioni formali dalle società finite nel mirino della procura, papà Tiziano torna ad esternare su Facebook: «Siamo rappresentati come criminali, i criminali più pericolosi d’ Italia.

Mi sembra un incubo allucinante. Non importa tuttavia come stiamo noi. Per me l’ unica cosa che importa è la verità». Per l’ avvocato Federico Bagattini i suoi clienti sono stati privati della possibilità di difendersi «su nuovi elementi, sulla base dei quali peraltro il gip ha deciso». Il prossimo appuntamento è il 6 marzo, quando il tribunale del Riesame dovrà pronunciarsi sull’ annullamento dei domiciliari. Ma prima, il 4 marzo, compariranno come imputati davanti al Tribunale di Firenze in un processo per false fatture.

IL COMPLOTTO

 Per il giudice Angela Fantechi i gravi indizi di colpevolezza a carico dei coniugi Renzi rimangono invariati e «non risultano messi in discussione dalla dichiarazioni degli indagati, i quali si sono limitati ad affermare la falsità delle dichiarazioni rese dalle fonti dichiarative e di alcuni dati documentali, e poi a minimizzare di valore indiziario gli elementi obiettivi, quali i contenuti delle email». Per il gip, le dichiarazioni «scontano anche delle contraddizioni logiche nella narrazione dei fatti».

Non solo: «Dalle intere indagini è emerso in modo pacifico che gli indagati abbiano svolto ruoli di fatto» nelle società, «tanto che non è possibile ritenere che le loro dimissioni da cariche formali possano ritenersi misura sufficiente a garantire le esigenze cautelari».

DUE TELEFONATE

I tabulati del cellulare di Tiziano Renzi hanno registrato due chiamate il 18 febbraio, alle 16.37 e alle 16.54. L’ interlocutore è Massimiliano De Palma, amministratore della società Dpm, la srl che ha acquistato la Marmodiv, società che i Renzi hanno, per la procura, avrebbero gestito attraverso terzi. Davanti al gip, i coniugi hanno sostenuto di non sapere nulla del nomina dell’ amministratore, ma De Palma, a verbale, l’11 febbraio li ha smentiti. 

«Ha ammesso – scrive il gip – di essersi incontrato a Rignano con Renzi, con il genero Andrea Conticini, marito della figlia Matilde, e poi con Daniele Goglio (a cui è stata ceduta la Marmodiv) tramite Mariano Massone, già socio genovese dei Renzi, anche lui finito agli arresti domiciliari».

Sul destino della Marmodiv il tribunale Fallimentare dovrà decidere il prossimo 20 marzo. «Dalle nuove indagini trasmesse al pm – scrive ancora il gip – emerge che il Tribunale fallimentare ha proceduto a integrare la perizia (al fine di verificare anche la sussistenza di ipotesi di falso in bilancio con riferimento alla voce fatture da emettere che già il perito aveva messo in dubbio) e che nelle more è pervenuta la querela sporta dalla banca di Cambiano, da cui emergono elementi per ipotizzare che sia stata portata allo sconto per l’ anticipo da parte degli amministratori attuali (cui la coop è stata ceduta dai Renzi) una fattura falsa».

Per il giudice la querela della banca conferma quanto accertato dalla Guardia di finanza e il contenuto di alcune intercettazioni di Daniele Goglio, nuovo amministratore Marmodiv che riferive di avere rilevato la società «per fare un favore personale ai Renzi e della presenza di un buco di 300.000 euro fatto dall’ uomo di Renzi che egli non intende accollarsi». Rileva ancora il giudice: «paiono in corso attività volte ad evitare il fallimento della Marmodiv, mediante l’ accollo di debiti della stessa da parte di terzi, ma anche operazioni che ne stanno aggravando il dissesto» finanziario.

Intanto su Faceboo Tiziano Renzi è un fiume in piena. «Mi dicono: confessa e ti faranno uscire. Non posso confessare ciò che non ho fatto – scrive Tiziano – Non abbiamo commesso i fatti per cui siamo privati della libertà. Lotteremo per difendere dignità e onore di due persone che in 35 anni di carriera non hanno mai avuto fallimenti, bancarotte e lavori in nero». E aggiunge: «L’ accusa ritiene che queste cooperative fossero guidate dall’ esterno da noi… è falso».

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