Sanità, “Ticket”: l’addio entro la primavera. Addio anche ai farmaci fotocopia più costosi.

“Via il superticket su visite e analisi massimo entro la primavera. Via anche i farmaci fotocopia più costosi dal prontuario per rimborsare i medicinali importanti oggi a pagamento. E basta blocchi delle assunzioni di medici e infermieri”.

Lo annuncia in un’intervista alla Stampa il ministro della Salute Giulia Grillo, in occasione dell’anniversario dei 40 anni del servizio sanitario nazionale. Sul super-ticket Grillo spiega: “Stiamo finendo di valutare tutte le voci di bilancio e siamo vicini a poter investire quei 500 milioni che servono per abrogare il superticket entro i primi sei mesi del 2019, salvo per i redditi veramente alti che possono continuare a pagarlo. Poi affronteremo anche una riforma più complessiva del sistema di compartecipazione alla spesa. Magari non premiando più gli evasori agganciando le esenzioni dai ticket al più realistico reddito Isee che tiene conto anche dei patrimoni”.

La ministra Grillo dà anche un giudizio sullo stato di salute del Sistema sanitario nazionale, dopo 40 anni di vita: “Buono anche se non ottimo. A parità di euro investiti in altri Paesi siamo ancora in grado di offrire tra i migliori sistemi di assistenza. Ma qualche campanello di allarme si avverte. Mi riferisco alle disparità territoriali e sociali nell’accesso alle cure e all’aspettativa di vita. C’e’ molto lavoro da fare e dobbiamo farlo presto e bene, prima che la zavorra diventi più pesante”.

Il giornalista Paolo Russo le fa notare che gli italiani spendono per curarsi 40 miliardi privatamente, senza mediazioni mutualistiche o assicurative. E secondo alcuni il rilancio della sanità integrativa (che integra o sostituisce prestazioni sanitarie erogate dalle strutture pubbliche) potrebbe attenuare i costi. Secondo la ministra i costi invece “aumenterebbero perché l’intermediario ha un costo che si aggiunge a quello della prestazione. La sanità che si spaccia per integrativa oggi spesso fornisce prestazioni doppione a quelle già offerte dal pubblico. Allora dico che gli incentivi vanno concentrati solo a chi offre prestazioni complementari a quelle oggi a disposizione. E poi l’incentivo fiscale deve essere il mezzo per sostenere lo sviluppo dell’integrativa, non il fine, come fanno molte aziende che incassano il bonus offrendo fondi con livelli di copertura assistenziale risibili”.

Quanto al problema delle lunghe liste d’attesa la ministra afferma: “Il 70% delle liste d’attesa è dovuto a problemi d’organizzazione. Altrimenti non si capirebbe perché ci sono strutture che a parità di risorse offrono le prestazioni nei tempi dovuti. Ci sono ospedali -aggiunge – con tac e risonanze in funzione per poche ore al giorno con di fronte studi convenzionati che offrono quelle prestazioni 24h. Bisogna rimuovere queste distorsioni e i direttori generali di asl e ospedali che non lo faranno perderanno il posto.

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