Tav, l’Ue avverte il governo: “Restituite i fondi per l’opera”
Il braccio di ferro sulla Tav adesso rischia di mettere in discussione la tenuta stessa del governo ma anche l’erogazione dei fondi da parte dell’ue prevista per i lavori dell’opera
Negli ultimi giorni il governo è andato avanti sui binari dello scontro proprio sulla fattibilità dell’opera. Dal un lato la Lega che chiede a gran voce con Salvini di andare avanti e il Movimento Cinque Stelle che invece chiede uno stop ai lavori. Ma adesso ad accendere ulteriormente lo scontro è l’Unione Europea che minaccia il blocco dei fondi in caso di ritardi sul proseguimento dell’opera e chiede anche la restituzione di quanto già versato: “Non possiamo escludere che, in caso di ritardi prolungati dei lavori della Tav Torino-Lione dovremo chiedere all’Italia di restituire i contributi già versati”. Ad affermarlo, come sottolinea l’Adnkronos, è il portavoce alla Commissione Europea. Di fatto per la Tav sono già stati approvati i cofinanaziamenti per 813,8 mln di euro. Con ulteriori ritardi sul proseguimento dei lavori, i fondi che non si riesce ad impiegare in Italia vengano riallocati ad altri progetti della rete Ten-T, fuori dal nostro Paese.
“Il Grant Agreement, l’accordo di finanziamento, può anche essere rivisto, ma occorre che il governo prenda una decisione: a giugno ci sarà una valutazione di tutti i progetti Cef (Connecting Europe Facility) e, se l’Italia non vuole perdere i fondi, è bene che una decisione venga presa per tempo, prima di quella scadenza“, sottolineano sempre fonti di Bruxelles. Infine l’Ue fa sapere che il progetto si potrebbe anche cambiare, ma di certo un piano di modifiche potrebbe essere piuttosto “laborioso”. Secondo quanto riporta l’Agi il conto potrebbe essere di 500 milioni di euro. Ma il conto potrebbe salire ulteriormente e avvicinarsi a 1,2 miliardi, se si tiene conto delle risorse nel bilancio Ue ancora disponibili per la Tav fino al 2020 e che verrebbero dunque riviste o cancellate.
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