Salvini sfida Di Maio sulla Tav: “Spieghi con i numeri il suo no”
Non c’è pace nella maggioranza. Non più, almeno, da quando Lega e M5S litigano su Tav e caso Diciotti.
Il Carroccio vorrebbe concludere la Torino-Lione, i grillini no, e sul piatto finisce anche l’autorizzazione a procedere per il ministro Salvini. Di Maio e il leghista assicurano che non ci sarà “nessuno scambio” e il governo “va avanti per le cose su cui siamo d’accordo”. Ma le tensioni crescono.
Ieri Salvini aveva fatto sapere al collega vicepremier di non trovarsi “al mercato”, dunque il M5S non potrà scambiare lo stop alla Tav con il blocco al processo sulla Diciotti. Poi dall’Abruzzo aveva ribadito di preferire la conclusione di “un buco che è stato iniziato” anziché spendere soldi “per fermarsi”. Ma Di Maio “tira dritto”, chiede al titolare del Viminale di “non spingere su questi temi“, mentre Fico ribadisce il suo “no” e Di Battista insulta l’alleato (“Non rompa o torni dal Cav”). Le distanze sono evidenti.
Su Rai Radio 1, di buon mattino, è Salvini a riaccendere la miccia delle polemiche interne alla maggioranza. “Voglio risolvere i problemi e finire le opere lasciate a metà – dice il leghista – Se costa più fermare un’opera e tornare indietro che finirla e andare avanti togliendo Tir dalle strade, inquinamento dall’aria e aiutando imprenditori e pendolari, non capisco perché bisogna fermarsi”. Poi si rivolge a Di Maio e gli chiede di spiegare le motivazioni “numeri alla mano” che lo spingono a promettere a elettori e italiani il blocco dell’alta velocità. “Non ci sono tifosi del sì e del no – punge Salvini – Mi spieghi perché è sconveniente usare treni veloci che ci collegano al resto del mondo risparmiando inquinamento e risparmiando quattrini”.
Sullo sfondo resta quella relazione costi-benefici che il ministero di Toninelli dovrebbe pubblicare (prima o poi). Dal Mit nei giorni hanno fatto trapelare le conclusioni “negative”, guarda caso proprio quando dalla Lega erano partiti gli assalti in favore dell’opera. Solo quando sarà resa interamente pubblica, allora esploderà il vero scontro Lega-M5S: Salvini s’impunterà per concludere il progetto con piccole “modifiche”; i grillini invece faranno di tutto per imporre uno stop totale. “Questo Governo deve andare avanti per realizzare le cose su cui siamo d’accordo e non pensare a quelle su cui non lo siamo”, getta acqua sul fuoco Di Maio. Finché la relazione resterà nel cassetto i litigi resteranno circoscritti. Poi saranno guai.
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