I migranti invadono i tribunali: ecco il trucco per rimanere in Italia
I tribunali ingolfati? Colpa (anche) dei migranti. Durante la cerimonia per l’Anno giudiziario, è questo il dato che emerge più preponderante degli altri.
I ricorsi civili in Cassazione in materia di protezione internazionale sono cresciuti nel 2018 di oltre il 500%. Un enorme carico di lavoro, dovuto non solo al boom di ingressi in Italia. Ma anche dall’altissimo numero di dinieghi alla domanda di asilo decidi dalle Commissioni territoriali.
Mentre in Italia impazza la polemica sulle Ong e i porti chiusi, la realtà racconta delle difficoltà che il Paese incontra nella gestione dei migranti. Non ci sono solo gli sbarchi, il foto-segnalamento e l’accoglienza nelle strutture disperse su tutto il territorio. Quando l’immigrato presenta una richiesta di asilo, questa viene esaminata da una Commissione territoriale apposita che deve decidere se assegnare lo status di rifugiato, una protezione internazionale o concedere un permesso temporaneo per motivi speciali. Ultima opzione: il diniego. Il migrante è arrivato in Italia senza un motivo umanitario, dunque è un clandestino e deve tornare a casa.
Molti potrebbero pensare che, ottenuto il diniego, il migrante venga prelevato dal centro di accoglienza e rispedito a casa. Non è così. Il richiedente può infatti presentare ricorso in tribunale, per tutti i tre gradi di giudizio. Nel frattempo rimane a carico dello Stato, che continua per un certo periodo a pagare vitto e alloggio.
Ecco spiegato il perché dell’aumento “inatteso” (+512,4%), rivelato dal presidente della Cassazione Giovanni Mammone, dei ricorsi civili in Cassazione in materia di protezione internazionale. Per il vicepresidente del Csm David Ermini si tratta di una vera e propria nuova “emergenza”.
Facile capirne le cause. Secondo i dati del ministero dell’Interno, nel 2014 sono stati 14.217 i migranti con in tasca un diniego. Nel 2015 sono saliti a 41.503 e l’anni successivo 54.524. Stessa musica anche nel 2017, con 46.992 richiedenti asilo senza diritto a una qualsiasi forma di protezione. Tutte queste persone, con ogni probabilità, avranno presentato un ricorso in Tribunale che – dopo qualche tempo e se ulteriormente rigettato – si sono trasformati in ricorsi in Cassazione. Il motivo? Secondo Salvini “servono ad arricchire avvocati e intasare tribunali”. Un imbuto che “c’è sempre stato”, ma che grazie al dl Sicurezza “quelli infondati saranno carta straccia”.
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