55.930 stranieri ultra 65enni godono in Italia dell’assegno sociale senza nemmeno aver lavorato un giorno.
Purtroppo il caso del 79enne originario del Marocco, indagato per truffa dalla Guardia di Finanza di Trento, dopo aver percepito per sei anni un assegno sociale di 580 euro al mese dichiarando di vivere in città, mentre invece era già tornato nel suo paese natale non è isolato in Italia.*
In totale il marocchino avrebbe indebitamente incassato dall’Inps, dal 2010 al 2016, 49 mila euro. Ill caso è stato portato alla luce da una indagine della GdF sui falsi residenti stranieri che, vivendo in condizioni disagiate, fanno richiesta di assegno sociale che viene concesso previa verifica dello stato patrimoniale.(qui l’articolo)Purtroppo il caso emerso in Trentino dopo l’indagine della guardia di Finanza non è certo isolato.
Solo un mese fa sempre la guardia di finanza ha scoperto una truffa da 10 milioni di euro ai danni dell’Inps. In questo caso sono state denunciate 370 persone straniere per aver incassato l’assegno sociale dell’istituto previdenziale nonostante fossero residenti all’estero. Ricordiamo che il beneficio, di circa 450 euro al mese per 13 mensilità, spetta solo a chi è indigente e risiede in Italia. L’Inps ha subito sospeso i pagamenti, prevedendo un risparmio annuo di oltre 2,6 milioni di euro.
L’assegno sociale è uno dei cosiddetti “strumenti di protezione” erogati dall’Istituto di previdenza. È destinato ai cittadini italiani, comunitari ed extracomunitari (con permesso di soggiorno di lungo periodo), che abbiano compiuto 65 anni e si trovino in condizioni economiche disagiate. Le 370 persone denunciate dalle Fiamme gialle per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato avevano ottenuto l’assegno, ma una volta trasferiti all’estero – prevalentemente in Sud America e nell’Est Europa – non l’hanno comunicato e hanno anzi certificato falsi redditi, in modo da farli risultare sempre inferiori alla soglia prevista dalla legge per il conseguimento del beneficio.
Spicca il caso di una coppia di anziani coniugi di origine tunisina, residenti per finta nella provincia di Firenze: non solo i due hanno incassato in totale 120mila euro, ma gli inquirenti hanno accertato movimenti di capitali verso il Principato di Monaco per 370mila euro. Un altro caso accertato dalle Fiamme gialle è quello di due coniugi italiani, ottantenni, che risultavano abitare nella provincia di Potenza ma che in realtà si erano trasferiti in Venezuela dal 1955: i due hanno beneficiato indebitamente di assegni per 156mila euro
Tra le persone denunciate c’è anche un’altra coppia formata da marito e moglie italiani di 73 e 72 anni, residenti fittiziamente nella zona di Frosinone, che dopo il trasferimento definitivo all’estero ha continuato a percepire l’emolumento per 55mila euro. L’operazione della Guardia di finanza, chiamata “People out“, ha permesso di accertare complessivamente 479 casi irregolari. Oltre a sospendere gli assegni, l’Inps ha anche avviato il recupero di quanto indebitamente percepito dai responsabili. In alcuni casi è stato scoperto che chi godeva dell’assegno sociale possedeva nel proprio paese anche 3 o 4 appartamenti intestati.
Insomma, italiani brava gente verrebbe da dire, visti i regali confezionati fatti di assegni sociali mensili a stranieri over 65 che non hanno mai lavorato nel nostro Paese e neanche ci hanno abitato se non per breve tempo. In Italia sono ben 55.930 gli stranieri ultra 65enni che godono dell’assegno sociale. Ogni immigrato, che ha ottenuto la residenza con l’istituto del ricongiungimento familiare, proprio perché in età avanzata per lavorare, ha diritto a vedersi versato dall’Inps un sussidio di cinquemilaottocentottanta euro l’anno. Il che si traduce in 327.190.500 euro che ogni anno l’Italia spende per garantire la pensione agli stranieri troppo in avanti con gli anni per lavorare: è la legge.
La truffa, diffusa tra gli stranieri soprattutto albanesi, marocchini e cubani grazie al passaparola, è stata già smascherata da poliziotti, carabinieri e guardia di finanza in varie regioni da quattro anni a questa parte. In Italia, infatti, di 4.700.000 stranieri con regolare permesso di soggiorno, il 17 per cento – e cioè 799.000 – hanno superato i 65 anni. Tanti, ed in costante aumento, quanti arrivano in Italia in età pensionabile con la scusa dell’istituto del ricongiungimento familiare.
Di questi 799.000, il 7% (e cioè 55930) gode di una pensione che si aggira intorno ai 487euro al mese. Un’entrata di un certo peso per uno straniero, se si considera che in Albania un professore guadagna in media 200euro al mese. L’immigrato – così come prevede la normativa – gode della pensione versata dall’Istituto di Previdenza Sociale pur non avendo mai lavorato né versato contributi nel nostro Paese. Uno specchietto per le allodole che ha attirato tanti furbetti improvvisamente malati di nostalgia per i parenti residenti in Italia. Sono già tanti gli immigrati sorpresi ad intascarsi la pensione sociale dal loro paese d’origine.
L’unico requisito richiesto dalla legge per ottenere l’assegno è infatti la residenza effettiva e abituale in Italia: basta così farsi accreditare i soldi ogni mese in un conto corrente cointestato con parenti o amici e ripartire senza comunicare nulla allo Stato, continuando a percepire la pensione dall’estero. Eppure la normativa, consultabile su internet al sito: www.laleggepertutti.it, è chiara: «Qualora lo straniero abbia ottenuto la misura assistenziale e fuoriesca dall’Italia per un periodo superiore a un mese, l’erogazione dell’assegno è sospesa, salvo che dimostri che la sua assenza dal territorio italiano è dipesa da gravi motivi di salute.Dopo un anno di sospensione, se l’interessato è ancora all’estero, l’assegno viene revocato definitivamente». Ma come si dice: fatta la legge, trovato l’inganno. Ed ed ecco le residenze fittizie, i permessi di soggiorno contraffatti,le utenze fantasma, insomma tutti gli escamotage per far credere alle autotirà che il «vecchietto» furbetto vive nel nostro Paese. Indagini, felicemente e puntualmente andate a segno, sono state fatte a Camerino – dove i finanzieri hanno denunciato venticinque immigrati – a Novara, a Salerno, a Terni, in Toscana, in Friuli, nel Veneto e in Emilia.