Migranti, Forello (M5S): “Basta, Di Maio e Toninelli non parlate più in mio nome”
Non ha mai nascosto le sue posizioni più critiche nei confronti dell’esecutivo giallo-verde, soprattutto su ciò che riguarda i migranti.
E l’ha rifatto anche in queste ore, tramite i social.
“Non parlate in mio nome. Basta! Non è possibile continuare a far finta che nulla stia accadendo, rivolgendo il proprio sguardo altrove. Mi dissocio dalle prese di posizione dei ministri Di Maio e Toninelli, no. Il vostro modo sprezzante di parlare di persone, come se fossero cose, non è accettabile. No…Non parlate in mio nome”. A scrivere è Salvatore Ugo Fortello, ex candidato sindaco di Palermo del Movimento 5 Stelle, che si è rivolto anche ai tanti cittadini che hanno scelto di votare il partito fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio e ha chiesto loro “di alzare la voce, di prendere una posizione chiara”. E che ha aggiunto: “Non si può cedere, ancora, il campo alla teoria che sia necessario occuparsi ‘prima’ di qualcosa o di qualcuno, a discapito di qualcos’altro o di qualcun altro; non si può accettare la strategia del chi è più duro o intransigente, sulla pelle degli altri. Non si può continuare a perseguire la cosiddetta politica dei due forni”.
“La politica si occupi di chiunque si trovi in difficoltà”
Forello ha chiesto anche di “mettere fine a questa inaccettabile contrapposizione e contraddizione”, che vede da una parte la politica, “che si mobilita per la questione dei migranti, ma che poi si è mostrata incapace di agire sulle cause del fenomeno”, e dall’altra “una politica per la quale i diritti valgono solo per gli italiani”. E continua: “È (o meglio dire, sarebbe, in un Paese normale), buono e giusto accogliere, soccorrere e far sbarcare le persone che si trovano in mezzo al mare, così come occuparsi dei bisogno dei cittadini, di quelli che sono in difficoltà o sono in uno stato di emarginazione economica e sociale”.
“Smettere di contrapporre i più indifesi”
Forello ha poi continuato dicendo che si tratta “di un errore grossolano mettere le due cose in termini di contrapposizione, o l’uno, oppure l’altro. Chi, davvero, vuole intervenire in aiuto delle fasce più deboli e indifese dei cittadini, contro le disuguaglianze e le ingiustizie, non può non avere la stessa sensibilità, lo stesso senso di giustizia e umanità per gli stranieri che si trovano in mezzo al mare”.
I “lager” libici e le responsabilità
L’avvocato siciliano ha poi dichiarato: “Non si può accettare che vengano fatti tornare indietro, nelle coste libiche, dove sono oggetto di violenze e chiusi in lager. Né può essere tollerato che vengano sequestrati per giorni in una nave, in balia delle onde, mentre l’Italia e l’Unione europea consumano l’ormai noto e triste teatrino del rimbalzo delle responsabilità”.
“Niente giustifica il comportamento del governo”
Forello conclude, poi, la sua dura presa di posizione così: “Non esiste alcuna emergenza, alcun massiccio flusso migratorio che possa, neanche lontanamente, giustificare il comportamento -inaccettabile- del governo italiano. Le Ong, in mare, hanno svolto e continuano a svolgere un’attività importantissima, di grandissimo valore umano, quelle stesse Ong che, dopo anni di inchieste e insinuazioni, risultano pulite, senza nessun indagato”.
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