“Processatemi, rinuncio all’immunità parlamentare”. Salvini a bomba: scacco matto a giudici (e grillini) …
Dopo la richiesta del tribunale dei ministri di Catania di processarlo per “sequestro di persona” per il caso della Diciotti, Matteo Salvini aveva detto che avrebbe voluto dormirci sopra. Riflettere. Capire cosa fare.
E il giorno successivo, il leader della Lega tira dritto per la sua strada e conferma la sua sfida totale ai giudici (e al Movimento 5 Stelle): “C’è chi ricorrerebbe dell’immunità o ad altre cose, io no”, ha premesso. “Ho dormito benissimo. Non ho bisogno di protezione, ho applicato la legge da ministro”, ha aggiunto.
Il ministro, a margine della consegna a Roma Capitale di un immobile confiscato alla criminalità in via Vernio, borgata Fidene, non arretra di un millimetro: “Se dovrò essere processato per questo lo deciderà il Senato. Oppure è un giudice che si sostituisce a un ministro e decide sull’immigrazione?”. Il leader della Lega ha anche detto di non sentirsi “accerchiato”, ed anzi ha ricordato come “ho ricevuto sostegno da giudici, avvocati, uomini di Chiesa, cittadini”. E a proposito di ricorsi di migranti per evitare di lasciare l’Italia, Salvini ha ricordato come nel decreto sicurezza ci sia “un limite ai ricorsi, che servono ad arricchire avvocati e intasare tribunali. I ricorsi palesemente infondati saranno carta straccia”. E ancora: “I veri profughi avranno più diritti grazie al Dl Sicurezza che chiarisce tutto. Gli altri tornano a casa”.
Resta, però, il punto politico: Salvini rinuncia all’immunità parlamentare. Sarà dunque l’aula del Senato, con voto palese, a decidere se dovrà essere processato oppure no per il caso Diciotti (rischia una pena da tre a 15 anni). Una scelta coraggiosa, ma anche politica: come ha dimostrato il sostegno ottenuto dopo la richiesta del tribunale dei ministri, l’assedio della magistratura altro non fa che giovare all’immagine del leghista. Ma, soprattutto, costringerà i grillini a votare sul suo conto: considerati i precedenti (si pensi a Giarrusso) e l’inclinazione forcaiola del M5s, non è difficile ipotizzare che le truppe di Luigi Di Maio si spaccheranno al momento del voto. In molti, tra i “ribelli”, hanno già fatto sapere di voler votare a favore dell’ipotesi di processare Salvini.