Il governo taglia l’8×1000 ai migranti. E le onlus restano a secco

Il cambiamento arriva anche al capitolo 8×1000. La quota dell’Irpef destinato dai contribuenti allo Stato per legge viene ripartito ad alcune categorie specifiche

I soldi finiscono per combattere la “fame nel mondo”, per evitare le “calamità naturali”, per migliorare l'”edilizia scolastica” e per garantire “assistenza ai rifugiati e minori stranieri non accompagnati”. Fino all’anno scorso il totale della cifra ottenuta dallo Stato veniva ripartito in parti uguali (circa 8,2 milioni di euro a testa). Ora, invece, la musica cambia.

In un decreto spedito da Giancarlo Giorgetti alla presidenza del Senato, infatti, si legge chiaramente che la presidenza del Consiglio abbia deciso di derogare ad una delle norme del Regolamento e di ripartire in maniera differente i fondi arrivati dall’8×1000. Si parla di una cifra che gira intorno ai 30 milioni di euro. Sfruttando i “particolari caratteri di eccezionalità, necessità e urgenza”, il “Consiglio dei ministri con delibera in data 8 novembre 2018 (…) – si legge nel decreto, riportato dal Tempo – ha disposto la riduzione del 50% delle quote relative alle categorie ‘Fame nel mondo’ e ‘Assistenza ai rifugiati’ per un ammontare di euro 3.007.095,30 ciascuna, ed è stato conseguentemente dispostol’ incremento di tale somma alla quota della categoria “Calamità naturali”, per un totale complessivo di euro 12.028.381,56″. Dunque, per migranti e fame nel mondo dagli 8,2 milioni circa dell’anno scorso ora si passa a tre. Quasi cinque milioni in meno.

Questa decisione produce un effetto immediato e che andrà a colpire alcune onlus che in passato accedevano ai bandi. Visto che quest’anno i 3 milioni per l’assistenza ai migranti finiranno tutti all’Anci per “interventi straordinari di accoglienza integrata”, secondo quanto scrive il Tempo, l’Arci, l’Associazione Centro Astalli, il Cies, il Cir (Consiglio Italiano per i Rifugiati) e Synergasi dovranno fare a meno dei fondi che provendono dall’8×1000.

il giornale.it

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