Momenti difficile per il governo. La sfida sull’immigrazione non trova un chiaro accordo. E’ polemica.
Tre voci partono dal governo. Una chiude i porti, una è indecisa e la terza promuove l’accoglienza.
Un clima davvero difficile e contrastante. Una via di uscita non riesce ad essere intrapresa. Al Viminale Salvini solo contro tutti.
I dettagli ripresi da Il Giornale:
Contrasti? Macché. Crepe? Ma dove? No, non ci sono «screzi», né liti, assicurano da Palazzo Chigi, ma solo «ruoli diversi», perciò chi parla di due linee nel governo, sbaglia. A dire il vero sull’immigrazione le linee sono almeno tre. C’è quella nota, dura e al momento piuttosto popolare, incarnata da Salvini, che vuole «stroncare il traffico di esseri umani». Poi quella classica europeista, rappresentata da Enzo Moavero, molto ben visto a Bruxelles, che si muove di concerto con il Colle.
E infine quella, a geometria variabile, dei ministri grillini: all’inizio appoggiavano senza troppi problemi le iniziative del Viminale, ora invece tra i 5s sta emergendo un diffuso malcontento. Il premier Giuseppe Conte, preso in mezzo, fatica a trovare il punto di caduta. Il presidente del Consiglio ha visto Salvini prima di partire per il vertice Nato di Bruxelles. «L’incontro è andato bene. A breve l’Italia prenderà iniziative per dare continuità alle decisioni del Consiglio europeo».
Sarà così? Martedì ha tenuto banco il braccio di ferro tra Salvini e Danilo Toninelli. Il vicepremier leghista ha chiuso i porti anche alle navi italiane, impedendo alla Vos Thalassa di toccare terra.
Il Ministro della Difesa parla di accoglienza e addirittura che bisogna dare una speranza a chi fugge dalla guerra, assicurando anche un lavoro.
Lavoro? Come assicurare un lavoro che non c’è neanche per gli italiani. Ma a questo punto interviene Di Maio che appoggia la Trenta. La spaccatura al governo è evidente.