Università per rifugiati è tutta italiana: “Formazione è la chiave”

È tutta italiana la prima università telematica per rifiugiati, ed il rettore Maria Amata Garito espone con orgoglio l’ambizioso progetto avviato nel 2017.

“Il nostro obiettivo è aiutare i giovani e anche i meno giovani, che si trovano in una situazione drammatica della loro vita, ad accedere gratuitamente al sapere” dichiara la professoressa ad “Agi”, parlando delle ragioni che hanno portato lei ed i colleghi alla realizzazione di “Uninettuno”. “L’idea ci è venuta nel 2015, anno di forte immigrazione verso l’Italia. Io e i miei collaboratori ci siamo detti che non è giusto accogliere queste persone offrendo loro solo da mangiare e da dormire. Sono esseri umani con la loro storia. Vengono da paesi dove esiste tanta intelligenza e tanta cultura, molti di loro hanno già frequentato corsi universitari. La formazione è la chiave per inserirli nella società”.

Detto fatto. I corsi di e-learnig sono aperti a tutti, basta che sia riconosciuto lo status di rifugiato ed essere titolari di protezione internazionale.

La risposta all’iniziativa è stata immediata. Dopo soli due anni dalla creazione del portale 12.680 rifugiati stranieri hanno mostrato interesse per i corsi ed i servizi erogati dall’università telematica, mentre 480 hanno deciso di iscriversi e seguire le lezioni.

Gli studenti provengono da almeno 28 stati diversi (come ad esempio Benin, Camerun, Ghana, Libano, Ruanda, Turchia, Nigeria, Senegal, Siria ed anche la stessa Italia), e spesso sono costretti a studiare in condizioni a dir poco sfavorevoli. Alcuni, spiega la dott.ssa Garito, vivono in tende e non riescono ad avere una linea internet sempre disponibile. “In questi casi mandiamo loro dvd e chiavette con le video lezioni. Gli esami invece si tengono nelle ambasciate”.

I rifugiati che seguono i corsi sono per lo più uomini di varia età, si parla di giovani di 18 anni fino ad adulti di 34. Iscrivendosi a “Uninettuno”, gli studenti si sono visti riconoscere eventuali titoli di studio e competenze professionali conseguiti in patria.

L’offerta didattica, oltre a garantire lo studio di diverse lingue (fra cui l’italiano), è piuttosto varia. I corsi più apprezzati sembrano essere ingegneria ed economia. Gli studenti vengono costantemente seguiti da tutor e docenti esperti, tra questi anche insegnanti siriani delle università di Damasco e di Aleppo, che hanno dato un contributo notevole al progetto.

Un piano importante, dunque, acclamato anche dall’Onu, che ha voluto invitare la dott.ssa Garito nella sede a New York perché potesse esporre di persona l’iniziativa ed i risultati ottenuti.

Il primo, e per ora unico, laureato è un giovane camerunense, che ha ottenuto il master in “European Law and Policies” con una tesi intitolata “Integrazione europea e politica estera“.

Al momento è “Uninettuno” ad occuparsi di tutte le spese di gestione, se non si considerano le 20 borse di studio fornite dall’ex banca Cariplo. “Se il numero degli iscritti dovesse crescere saremmo costretti a chiedere un aiuto, ma sono sicura che all’estero lo troveremo”, assicura il rettore.

il giornale.it


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