“Un governo di stagisti che non guarirà il Paese”
La profezia è angosciante: «Nel 2054 il lavoro come lo conoscevamo scomparirà». A formularla è stato Davide Casaleggio sul Corriere della Sera.
Per questo, abbiamo chiamato il padre del reddito di cittadinanza. L’ex faro del M5s per tutto ciò che riguarda il welfare. A dirla tutta, era il candidato in pectore al ministero del Lavoro al posto di Di Maio: il sociologo Domenico De Masi, ordinario alla Sapienza di Roma.
Casaleggio ha dichiarato che nel 2054 il lavoro sparirà.
«Io che studio questi temi, faccio previsioni che si fermano ai prossimi anni. Lui si spinge addirittura al 2054. Mah».
Casaleggio spiega che parte «dall’osservazione di fenomeni già in corso sebbene ancora non su larga scala».
«Prima di parlare bisogna andare sul campo. Io non smetto di andarci. Ho visitato i laboratori Usa. A 23 anni, per fare la mia prima ricerca, ho scelto di farmi impiegare, per un anno, all’interno dell’Italsider come operaio».
Un autentico lavoro da sociologo.
«Per spiegare la fine del lavoro ho scritto 800 pagine. Per conoscere occorre studiare. Casaleggio che basi ha? A quali ricerche si riferisce?».
Non lo sappiamo ma è convintissimo.
«Mi sembra la scoperta dell’acqua calda. Il lavoro è già scomparso rispetto a come lo conoscevamo. Oggi lavoriamo 40 miliardi di ore l’anno. Nel Novecento, 60 miliardi di ore. Questi sono dati universali».
Casaleggio parla di intelligenza artificiale.
«Non serve Casaleggio per scoprire l’intelligenza artificiale. Possedete un iPhone? Siri è una forma di intelligenza artificiale».
Ha spiegato agli italiani la necessità del reddito di cittadinanza. Oggi, tutti se ne sono appropriati.
«Ma quale reddito di cittadinanza? Questo è un reddito per i poveri non per i lavoratori».
Non serve per i disoccupati?
«Innanzitutto bisogna fare una distinzione fra disoccupati poveri e disoccupati che poveri non lo sono. Questo reddito non c’entra nulla con la disoccupazione».
Si tratta della più grande conquista del M5s. E pensare che, in passato, lei è stato vicinissimo alle sensibilità del movimento…
«Il reddito di cittadinanza lo ha inventato il cancelliere tedesco Bismarck. E poi mi faccia dire che il reddito di cittadinanza che sta per essere varato non è altro che il Rei introdotto dal governo Gentiloni».
Sembra di capire che è ormai insoddisfatto.
«Un contentino per i poveri: un pannicello caldo».
Lei è un uomo che conosce il Sud come pochi. Non crede che chi lo percepirà farà altri lavori?
«Ma chiaro! Conoscete i disoccupati meridionali? Il disoccupato meridionale è un artista. Non sta mai fermo. Una ne pensa e 100 ne fa. Si industria, s’ingegna. E poi che deve fare con 300 euro di reddito di cittadinanza. Fa ridere».
Altra promessa del governo gialloverde è la famosa quota 100 per le pensioni.
«Ma chi vuole andare in pensione a 65 anni? Posso capire i minatori, ma a 65 anni la mente è attiva, anzi, produce il meglio. Non scherziamo. È una follia».
Il governo non le piace.
«In un paese sempre più malato, il popolo dovrebbe scegliere i medici più bravi. Lei farebbe mai curare un figlio malato a degli studenti di medicina? In questo governo nessuno ha mai fatto il mestiere che oggi è chiamato a fare. È un governo scuola lavoro. Il governo stage».
Un ministero a lei caro è quello del Lavoro che oggi occupa Di Maio.
«Un caso unico al mondo. Un uomo che a 32 anni è passato da non avere un lavoro ad averne quattro: vicepremier, due ministeri e capo politico. Neppure Churchill e De Gaulle».
Ma loro tagliano tutto: vitalizi, sprechi, auto blu
«Ma io gli darei l’elicottero blu se soltanto fossero bravi. È una fesseria pagare poco chi governa. Non bisognerebbe badare a spese».
Di Maio e Salvini vanno avanti.
«Sì, vanno avanti per prove ed errori. Lo ripeto. Stanno facendo stage. Ma con l’Italia».