I Gilet Gialli non si fermano, ora incitano a svuotare conti correnti: a rischio bond Eurozona
Svuotare i conti correnti per mettere in ginocchio il sistema bancario. È l’ultima richiesta degli attivisti aderenti al movimento di protesta francese dei gilet gialli, che incoraggiano i sostenitori del movimento a correre in banca e prelevare i risparmi.
Gli aderenti al movimento hanno detto di sperare in una corsa agli sportelli massiccia, un’azione che potrebbe costringere il governo francese a prestare attenzione alle loro richieste, soprattutto dando ai cittadini il diritto di proporre e votare nuove leggi.
Nel frattempo, il primo ministro Edouard Philippe ha anticipato un “grande dibattito” che il governo intende iniziare la prossima settimana in tutte le regioni della Francia. “Vogliamo che sia ricco, imparziale e fruttuoso”, ha detto Philippe.
I dibattiti si concentreranno su quattro temi principali: cambiamenti climatici, questioni democratiche, tasse e servizi pubblici, ha detto il primo ministro. Allo stesso tempo l’esecutivo pare intenda imporre la legge marziale per vietare qualsiasi nuova manifestazione di protesta, che spesso dal 17 novembre – data di inizio della ribellione – è sfociata in episodi di violenza.
Per sedare la protesta e gettare acqua sul fuoco, il presidente Emmanuel Macron dal canto suo ha proposto anche 10 miliardi di euro ($ 11,5 miliardi) di misure per aumentare il potere d’acquisto delle famiglie francesi. Le concessioni del governo potrebbero costare caro alla lunga in termini di fiducia nei Bond sovrani dell’area euro.
La risposta di Macron potrebbe infatti segnare un punto di svolta anche per i mercati del debito dell’area euro, proprio in un momento in cui vengono meno le grandi iniezioni di liquidità da parte della Bce. Se la Francia corre troppi rischi dal punto di vista dell’espansione fiscale per venire incontro alle richieste dei manifestanti, potrebbe aumentare ulteriormente i debiti in un mercato che è già abbastanza nervoso per la fine del Quantitative Easing e le tensioni tra Italia e Ue sul bilancio.