Orban benedice Salvini in Polonia: “Grandi speranze per l’Europa”
Viktor Orban benedice l’asse Roma-Varsavia sancito ieri dal viaggio di Matteo Salvini in Polonia.
“L’asse Varsavia-Roma è un grande sviluppo”, cui “sono legate grandi speranze”. Si è espresso così il primo ministro ungherese in conferenza stampa a Budapest. A riportarlo su Twitter, il portavoce del leader ungherese, Zoltan Kovacs: “Vorrei che in Europa ci fosse una forza politica che stia alla destra del Ppe, un asse Roma-Varsavia, capace di governare, capace di assumersi la responsabilità e di opporsi all’immigrazione”, ha aggiunto il premier dell’Ungheria.
The Warsaw-Rome axis is a great development, great hopes are tied to it1211:28 – 10 gen 2019Informazioni e privacy per gli annunci di TwitterVisualizza altri Tweet di Zoltan KovacsInformazioni e privacy per gli annunci di Twitter
Un annuncio di fondamentale importanza che getta le basi per quello che potrebbe essere il futuro della destra europea in vista delle elezioni di maggio. L’asse fra Lega e Gruppo Visegrad poggia infatti anche sullo spostamento del baricentro del Partito popolare europeo a destra.
Orban, con il suo Fidesz, è molto legato a Salvini. Ma il premier ungherese è anche interno al Ppe e non è intenzionato ad uscirne. Il Ppe non sembra avere rivali per la coqnuista della maggioranza alle prossime elezione. E il piano è cercare di compattare il fronte a destra dei popolari, in modo da pensare a una futura Unione europea a trazione sovranista ma con un’ottica sempre legata al centrodestra.
L’asse fra Salvini e Orban, dunque, si conferma ancora valido. Ma questa alleanze non piace al Movimento 5 Stelle. Ieri, il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano ha detto ai microfoni di Otto e mezzo su La7: “In Europa stiamo cercando di creare una famiglia europea alternativa a quelle attuali. Ovviamente sui temi, e chi sposa le nostre idee è benvenuto nella famiglia. Anche alle Europee proporremo un contratto di governo, ma se il modello di Salvini è quello di Orban, è evidente che non può essere il nostro”
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