Un leghista a capo dell’Europa: Bruxelles trema davvero. Merkel e Macron sono spacciati.
Le prossime elezioni Europee sono davvero importanti per l’Italia. Forse come mai lo sono state sino ad oggi.
Tutti sanno che, anche se non ufficialmente, Lorenzo Fontana è l’uomo incaricato di preparare la campagna elettorale, per le quali Salvini si gioca la partita del futuro.
Tra l’altro, Fontana è stato europarlamentare per nove anni e il suo ruolo è davvero fondamentale.
«Se prendiamo un voto in più, governiamo l’ Europa; e mi piacerebbe che il prossimo presidente della Commissione Ue fosse un italiano, d’ altronde la Lega è il primo tra i partiti identitari della Ue e quello al quale gli altri guardano come punto di riferimento».
Parole forti quelle di Fontana, che trasudano la carica e l’impegno del leghista, che ha intenzione di avviare una stagione di riforme che cambi l’Unione.
E, mediante un’intervista rilasciata a Libero, ha spiegato quali sono i progetti dell’Italia in Europa, specificando che l’intenzione non è quella di demolirla, quanto di fornirle una possibilità di salvarsi con il sovranismo.
Rispetto alla possibilità di uscire dall’Europa ha tuonato: “al momento abbandonare la moneta unica creerebbe più problemi che vantaggi. Però vogliamo trasformare il ruolo della Bce: o diventa prestatore di ultima istanza per i Paesi in difficoltà e svolge un ruolo riequilibratore dell’ economia, o altrimenti cosa ci sta a fare? Anche i parametri di Maastricht vanno cambiati, risalgono al ’92 e sono quelli a cui dobbiamo anni di austerità e decrescita, come pure il trattato del Fiscal Compact, che impone agli Stati di portare il rapporto debito/Pil al 60%, una quota che l’ Italia non ha mai avuto dal suo ingresso nella Ue.”
Fontana ha anche le idee chiare sulle motivazioni che spingono Bruxelles ad attaccare la nuova manovra italiana: «Sull’ Italia ci sono particolari tensioni e attenzioni perché siamo il primo esperimento di governo sovranista in un Paese fondatore: siamo l’epicentro del cambiamento, che da sempre genera un naturale allarme, perché si sa che i mercati prediligono la stabilità.
Sono convinto però che quando, già a partire da questa settimana, il governo illustrerà la finanziaria in Europa, gli altri Stati e i mercati capiranno che l’ aumento del deficit non è una manovra fatta per distribuire mance a caso e vincere le elezioni di maggio ma che ha alla base un piano di crescita».
E, infine, un riferimento ai toni di Salvini di cui tutti si lamentano: «Una delle critiche maggiori che tutti fanno ai governi precedenti è di non essersi fatti rispettare in Europa. Io sono convinto che le difficoltà e le critiche aumentino se un Paese non ha consapevolezza di sé. I nostri predecessori si sono sempre presentati a Bruxelles con la testa bassa, ed ecco dove siamo finiti. I toni di questo governo non sono sbagliati, farsi rispettare non fa mai male».
Foto credit: IlGiornale
Fonte: Libero