Nomade entra in casa per rubare, il proprietario gli fa saltare le dita con uno sparo
Ha riportato lesioni permanenti al braccio e alla mano destra Giuseppe Artusio, 49 anni, il nomade residente al campo di San Damiano che il 4 agosto è stato ferito da un colpo di pistola mentre secondo le accuse tentava una rapina nella villa di un farmacista sulle alture di Chiavari.
Artusio era giunto in gravi condizioni all’ospedale Villa Scassi di Genova, «scaricato» da un complice che aveva proseguito la fuga in auto. I medici lo hanno operato due volte: il proiettile della Smith e Wesson 44 Magnum sparato dal farmacista ha danneggiato i nervi del braccio che garantiscono la funzionalità della mano. I due interventi chirurgici hanno consentito di ridurre le lesioni ma il paziente non riesce più a muovere tre dita della mano destra.
Due settimane fa Artusio è stato trasferito dall’ospedale al carcere genovese di Marassi. A suo carico il gip di Genova ha firmato un’ordinanza di custodia cautelarecon l’accusa di tentata rapina. Insieme ad un misterioso complice, il nomade avrebbe forzato la finestra della villa, tentando di immobilizzare la moglie del farmacista.
La donna ha chiesto aiuto al marito che è giunto da un’altra stanza con la pistola, sparando. Il rapinatore, che ha perso molto sangue, è subito fuggito insieme al complice. Quando dall’ospedale di Genova i medici hanno chiamato i carabinieri perché era giunto un uomo con ferite d’arma da fuoco, i due fatti sono stati collegati e per il nomade è scattato l’arresto.
I magistrati hanno anche disposto il divieto di colloquio di Artusio con i familiari. Una misura applicata raramente. Per il detenuto l’unico contatto con il mondo esterno è il suo avvocato, Silvia Merlino. Secondo la procura il nomade sandamianese parlando con i parenti potrebbe riuscire anche dal carcere a condizionare le indagini sull’identificazione del complice.
Artusio era libero dal 2015 dopo aver scontato una condanna definitiva a 4 anni, ottenuta dal pm Laura Deodato per aver fatto parte della gang dei «falsi finanzieri»che utilizzando tesserini e mandati di perquisizione contraffatti nel 2011 era riuscita a derubare una decina di personaggi benestanti dell’Astigiano e del Torinese. Ad un anziano proprietario terriero di Canelli vennero sottratti beni per quasi 600 mila euro.
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