Posta il simbolo del Msi e Facebook banna la nipote del Duce
Oscurata da Facebook per aver pubblicato il simbolo del Movimento Sociale Italiano.
Sembra assurdo eppure è quanto successo lo scorso 26 dicembre a Rachele Mussolini, consigliera comunale della lista civica “Con Giorgia” e nipote del capo del Fascismo. “Facebook – denuncia la consigliera all’AdnKronos – mi ha ‘congelato’ il profilo per 48 ore solo per aver postato il simbolo del Movimento Sociale Italiano, ricordandone la nascita avvenuta il 26 dicembre del 1946… Foto bannata e profilo bloccato, come se avessi fatto qualcosa di eversivo. Ma forse il mio cognome incide…”. Insomma, prosegue la Mussolini, “è bastato postare il simbolo di un partito che è sempre stato rappresentato in Parlamento per subire questa ingiusta censura”. Viene da pensare, allora, che se fai di cognome Mussolini, le regole e gli standard che valgono per il resto della community cambino improvvisamente.
Ed infatti anche in passato quella che la Mussolini ormai non esita a chiamare “la democratica polizia di pensiero firmata da Zuckerberg” l’aveva sanzionata con il ban per aver ricordato il compleanno di suo nonno pubblicando un’immagine dell’epoca nella quale il Duce era ritratto in abiti borghesi. “Sono indignata e molto amareggiata – si è sfogata la consigliera in una nota – per l’atteggiamento discriminatorio che Facebook continua ad adottare nei confronti miei e in quelli degli altri esponenti della mia famiglia. Ciascuno deve avere il sacrosanto diritto di esprimere le proprie opinioni purché queste non abbiano natura estrema e antidemocratica”.
Ma cosa sarebbe successo se, invece del simbolo del Movimento Sociale, la Mussolini avesse diffuso quello del Partito Comunista? Per scoprirlo e smascherare la politica dei “due pesi e due misure” di cui, a suo dire, sarebbe vittima, la consigliera ha pubblicato un’immagine con la falce e il martello accompagnata dalla didascalia: “È un esperimento, vediamo se Facebook mi banna pure ora”. Ma a distanza di ore la censura non è ancora scattata.