Ecco tutti i nomi della sinistra chic celati nel Global Compact Onu. Una potente lobby sinistrosa.
Chi ha voluto l’Ordinamento globale dell’Onu che spalanca le porte non solo ai rifugiati, ma a tutti è una potente schiera di radical chic non solo delle Nazioni Unite.
L’inviata speciale delle Nazioni Unite per il Global compact è la canadese Louise Arbour, che nelle ultime ore si è scagliata contro i paesi, come l’Italia, che hanno deciso di soprassedere alla firma del documento trappola dell’Onu.
Nel ruolo di rappresentante speciale dell’Onu ha difeso a spada tratta il Global compact sostenendo tesi molto vicine a quelle del discusso filantropo George Soros. «Non c’è dubbio che l’Occidente avrà bisogno di importare risorse umane (i migranti nda) a tutti i livelli» ha sostenuto la damina di ferro dell’Onu.
Ecco cosa dichiara: «L’idea che i cosiddetti migranti economici, in contrapposizione ai rifugiati, entrino nei paesi occidentali per rubare posti di lavoro o abusare del sistema di assistenza sociale, è smentito dai fatti» sostiene Arbour. Dietro l’agguerrita canadese c’è il segretario generale dell’Onu, il portoghese Antonio Guterres, pasdaran dell’accoglienza.
L’ex premier socialista ha ricoperto per dieci anni la carica di Alto commissario dell’agenzia dell’Onu per i rifugiati. Proprio il neo segretario generale aveva puntato ad allargare il campo della protezione dell’Unhcr parlando genericamente di «gente in movimento».
Difensore ad oltranza delle Ong, fin dall’inizio del suo mandato non ha fatto altro che attaccare e sparare a sull’Italia per quanto riguarda la questione migranti.
L’alleata numero uno in Europa sull’Ordinamento globale dei migranti è Federica Mogherini. In veste di Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea ha sferrato colpi ai paesi membri, a cominciare dall’Italia, che non vogliono firmare il bidone.
E ha detto: «Se vogliamo governare la migrazione per renderla ordinata, umana e sostenibile allora il Global Compact è lo strumento più forte che abbiamo per difendere i nostri interessi nazionali».
Ma l’Italia non fa marcia indietro sulla questione. D’altronde i numeri e i fatti su tale emergenza danno ragione alla politica di Salvini.
Forse il sospetto arriva quando davanti ad una realtà evidente di calo numeri migranti e sbarchi, si cerca ancora di proteggere il traffico clandestino.
Cosa si nasconde dietro a cotanto mistero?
Fonte: Il Giornale