Blog M5S, Di Nicola: ‘Il nostro sistema di informazione ha bisogno di disintossicarsi’

Il senatore del Movimento 5 Stelle, Primo Di Nicola, in un post pubblicato sul blog delle stelle, ha fatto sapere che la Federazione nazionale della stampa e l’Ordine dei giornalisti ritengono che “se i giornali vanno in crisi e licenziano i giornalisti” la colpa è del Movimento, che sarebbe anche responsabile “di avere avviato ‘un regolamento dei conti con la categoria’”.

Il pretesto per le loro accuse è da ricercare nell’emendamento, proposto in Senato dal capogruppo del Movimento Stefano Patuanelli, per “ridurre e cancellare quella grande vergogna, fonte di sprechi, scandali e truffe che si sono rivelati in Italia i finanziamenti pubblici all’editoria”. Secondo loro, con questo emedamento i 5 Stelle punterebbero a “soffocare il pluralismo dell’informazione e colpire il diritto dei cittadini ad essere informati” ha spiegato Di Nicola.

Ma il pluralismo e il diritto alla corretta informazione dei cittadini sono in Italia “minati in radice da ben altre nefandezze” come “l’invadenza della politica” e “la presa mortale negli assetti proprietari delle testate da parte di gruppi economico-finanziari che tutto hanno a cuore meno quello di fare giornali autenticamente indipendenti, al servizio dei lettori e dei cittadini” ha fatto notare l’esponente pentastellato.

Tutto questo ha portato a “quella ‘dittatura del pensiero unico’ che tende a bloccare ogni ipotesi di autentico cambiamento, ogni tentativo di invertire politiche che hanno messo in ginocchio il nostro sistema produttivo, favorito l’imprenditoria parassitaria e predona, riducendo in povertà milioni e milioni di italiani” ha osservato.

Ed è bene riflettere sui tanti “editori che hanno sfruttato e sfruttano migliaia e migliaia di giornalisti pagati, grazie ad una legge infame sottoscritta dalla stessa Fnsi, quella del cosiddetto ‘equo-compenso’, solo qualche euro ad articolo”. Questa legge, ha ridotto migliaia di cronisti “in condizione di estremo bisogno e schiavitù”, perché “ricattabili per bisogno dalla politica e dai potentati economici sui quali sono chiamati a scrivere” ha sottolineato il giornalista.

Proprio per questo “il nostro sistema di informazione ha bisogno di disintossicarsi dalle pubbliche provvidenze, così come dai conflitti di interesse, se davvero vuole diventare competitivo per fare i buoni giornali, autonomi, indipendenti, credibili che i lettori vorrebbero” ha concluso.

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