Lotta alla Casta? Casellati taglia, Fico spende
Roma – Tagliare i costi? Al Senato, pare, ci sono riusciti: 222 milioni risparmiati in cinque anni, 40 per cento in meno di spese per il personale, quasi dimezzato il peso delle indennità sui conti totali di Palazzo Madama, altre strette annunciate da Elisabetta Casellati per il prossimo futuro.
Alla Camera invece niente, hanno fatto solo finta. Ricordate la battaglia dei Cinque stelle contro «la casta»? E la sforbiciata ai vitalizi ordinata da Roberto Fico? Ebbene, quei 900 e passa milioni teoricamente recuperati ricalcolando gli assegni per gli ex deputati non sono stati restituiti al ministero dell’Economia, anzi, sono stati regolarmente rimessi in bilancio, come previsione di uscita per il 2019, 2020 e 2021.
Un tesoretto pronto ad essere speso, come scrive Il Tempo, per risolvere il solito problema degli spazi, soprattutto dopo la disdetta dei quattro palazzi di piazza San Silvestro presi in affitto dal costruttore Sergio Scarpellini. Gli onorevoli si lamentano, nei gruppi si sta stretti, la buvette è affollata, i divani del Transatlantico sono sempre occupati, se non ci sono sedute in aula o lavori in commissione, i poveri parlamentari non sanno dove andare. E così l’ufficio di presidenza ha deciso di prendere a cuore la questione. «È in corso una ricognizione presso strutture esterne e altri enti», ha detto il questore Federico D’Incà, M5s. Tanto ci sono i soldi dei vitalizi.
Tutt’altra storia al Senato, dove per la prima volta il bilancio interno è stato approvato all’unanimità. «Un ottimo segnale, su certi argomenti come il contenimento dei costi delle istituzioni non ha senso dividersi. Sono battaglie che non hanno colore politico», sostiene il questore Antonio De Poli, Forza Italia.
Dei 222 milioni di euro di tagli, 130 derivano dalla minore dotazione dallo Stato e 95 da ulteriori risparmi. «L’azione di contenimento – spiega De Poli – avviene a 360 gradi, a partire dalla spesa per le indennità dei senatori, che si riduce di 51 milioni di euro dal 2013 al 2018. In questo modo la voce indennità, rispetto al Bilancio totale del Senato, risulta dimezzata, passando dal 19 per cento del 2001 al dieci di oggi». Cinghia stretta pure sul funzionamento, la carta, la previdenza. Altri risparmi sono arrivati grazie alla digitalizzazione. Poi c’è stato il calo del personale, che dal 2006 si è ridotto del 40 per cento e che ha consentito di risparmiare 40,5 milioni sugli stipendi. Conclusione, «per l’ottavo anno consecutivo il Palazzo Madama spende sempre di meno».
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