“Hai una bella figlia…”. Scatta la denuncia per il video contro Meloni e Salvini

“Hai una bella…”: sotto attacco Meloni e la figlia, scatta la denuncia

Video offensivo contro Meloni e Salvini: dai toni provocatori

Durante le festività pasquali, un video di stampo fortemente provocatorio è stato pubblicato sui social network, attirando rapidamente l’attenzione dell’opinione pubblica e delle autorità.

Il filmato, girato davanti alla Questura di Macerata con un’auto della Polizia come sfondo, ha visto protagonista un giovane uomo intento a rivolgere gravi offese alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al Vicepremier Matteo Salvini. Le parole pronunciate, di tono esplicitamente volgare e minaccioso, hanno scatenato indignazione generale, soprattutto per il riferimento inappropriato alla figlia minorenne della premier.

I responsabili: due giovani stranieri regolari

Le indagini hanno portato all’identificazione di due uomini, entrambi di origine camerunense. I soggetti in questione hanno rispettivamente 24 e 27 anni e sono regolarmente presenti sul territorio italiano: uno in possesso di un permesso di soggiorno di lungo periodo, l’altro con un permesso legato a una richiesta di asilo. Nonostante la loro posizione legale, la loro situazione potrebbe ora cambiare, in quanto sono stati formalmente denunciati per vilipendio alla nazione e alle istituzioni dello Stato.

https://vm.tiktok.com/ZNdYqeVqH

La frase shock: “Hai una bella figlia…”

Tra i passaggi più controversi del video, una frase ha fatto particolarmente discutere: “Melò, ho saputo che hai una bella figlia…”. Il protagonista, identificato successivamente come Ibii Ngwang, ha poi aggiunto altre espressioni offensive e stereotipi legati alla sua identità razziale, dicendo: “Io sono negro, bello figo… Noi mangiamo gratis, dormiamo gratis, non paghiamo l’affitto e poi scop… le ragazze italiane.” Queste affermazioni, cariche di sessismo e razzismo al contrario, hanno sollevato una valanga di critiche.

L’identificazione grazie alla tecnologia

Nonostante il tentativo di celare la propria identità – l’uomo indossava un cappellino, il cappuccio alzato e occhiali da sole – la Digos è riuscita a identificarlo con un’accuratezza dell’80% grazie a sofisticati software di riconoscimento vocale. I tecnici informatici, in collaborazione con la Polizia Postale e la Polizia per la Sicurezza Cibernetica, hanno effettuato perquisizioni, sequestrando i telefoni cellulari e gli indumenti utilizzati per girare il video.

Conseguenze personali e sociali per Ngwang

Ibii Ngwang non è uno sconosciuto nell’ambito sportivo locale. Fino a poco tempo fa, era un calciatore tesserato con la Asd Cluentina, squadra dilettantistica che ha prontamente reagito dopo la diffusione del video. Il club ha deciso di interrompere qualsiasi rapporto con l’atleta, specificando attraverso un comunicato che il comportamento tenuto è contrario ai valori di rispetto e inclusione che da sempre ispirano l’attività sportiva della società.

La presa di posizione della società sportiva

La Cluentina ha reso pubblico il nome di Ngwang, anche per prendere ufficialmente le distanze dal suo comportamento. La società ha dichiarato che valuterà eventuali azioni legali nel caso in cui l’immagine del club dovesse risultare compromessa da questa vicenda. Una mossa decisa, che sottolinea come anche ambienti al di fuori della politica considerino inaccettabile un tale livello di volgarità e provocazione.

Nessun commento ufficiale da Meloni e Salvini

Al momento, né Giorgia Meloni né Matteo Salvini hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito alla vicenda. L’unica reazione è arrivata tramite un post di Salvini, che ha ricondiviso il video aggiungendo la frase ironica e sdegnata: “Ci mancava questo idiota.” Tuttavia, trattandosi di giorni di lutto nazionale per la scomparsa di Papa Francesco, le principali figure istituzionali hanno mantenuto un basso profilo, preferendo non alimentare ulteriormente le polemiche.

La denuncia per vilipendio scatta d’ufficio

È importante sottolineare che la denuncia nei confronti dei due giovani non ha richiesto la querela di parte. Il reato contestato – vilipendio – è infatti perseguibile d’ufficio, vista la gravità delle frasi pronunciate nei confronti di due alte cariche dello Stato. Questo significa che la giustizia ha deciso autonomamente di procedere, a tutela delle istituzioni e della dignità delle persone coinvolte.

Riflessioni sul caso e impatto sociale

Il caso ha suscitato un acceso dibattito anche sul fronte dell’immigrazione e dell’integrazione. Molti cittadini si sono interrogati su come sia possibile che individui regolarmente presenti in Italia arrivino a compiere gesti così irrispettosi. Altri, invece, hanno sottolineato l’importanza di non generalizzare e di distinguere tra il comportamento di singoli e la stragrande maggioranza delle persone straniere che vivono onestamente nel nostro Paese.

Un episodio che lascia il segno

Questo episodio ha certamente lasciato un segno profondo, non solo per il contenuto gravemente offensivo del video, ma anche per le sue implicazioni sociali, culturali e politiche. Le indagini proseguono, e la vicenda potrebbe avere ulteriori sviluppi anche sul piano giuridico, con possibili conseguenze sull’iter della richiesta di asilo di uno dei denunciati.

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