“Lei è mai stato con prostitute?”. Porta a Porta, la domanda in studio e Bruno Vespa impallidisce

Nel salotto televisivo di Bruno Vespa, una serata come tante prende una piega inaspettata. Il tema in discussione è tra i più controversi del momento: la proposta di regolarizzare la prostituzione in Italia, alla luce del nuovo codice Ateco previsto per il 2025. Una tematica che divide l’opinione pubblica e che porta con sé questioni fiscali, sociali e culturali. Ma tutto cambia quando prende la parola Efe Bal, l’attivista e escort italo-turca che non ha mai fatto mistero del suo passato né delle sue battaglie. Il suo intervento rompe il protocollo del talk show e strappa il velo dell’ipocrisia.

“Lei è mai stato con una prostituta?” chiede Efe Bal, microfono in mano e sguardo fisso su Vespa, durante la puntata di Porta a Porta. Il conduttore, visibilmente colto di sorpresa, risponde con un netto: “Ma naturalmente no”. Lo studio si ammutolisce. Lei reagisce con un ironico applauso, ripetendo un sarcastico “No, no, no”, come a dire che la risposta, in fondo, non convince nessuno. Ma non è solo una provocazione. È il preludio a un discorso più ampio, che mette sul tavolo numeri e realtà spesso ignorate: 100mila lavoratori e lavoratrici del sesso, un mercato sommerso da 4,7 miliardi di euro l’anno.

“Lei è mai stato con prostitute?”. Porta a Porta, la domanda in studio e Bruno Vespa impallidisce

La proposta normativa parte da un nuovo codice Ateco, il 96.99.92, inserito nell’elenco delle attività economiche italiane a partire dal 2025. Un codice pensato solo per attività legali, riservato a operatori residenti e in regola con la legge. Non si tratta di una sanatoria indiscriminata: la legge Merlin, che dal 1958 vieta le case chiuse, resta in vigore. Ma questa nuova classificazione fiscale apre uno spiraglio: quello di rendere visibile, e dunque regolamentabile, un settore che oggi vive completamente nell’ombra.

Efe Bal, da sempre in prima linea nella rivendicazione dei diritti delle sex worker, ha alle spalle una lunga battaglia con il fisco italiano. Una causa da oltre un milione di euro che si è conclusa con la prescrizione. Ma ciò che più le interessa ora è capire chi sarà davvero disposto a metterci la faccia. “Chi si presenterà per dichiararsi? Chi avrà il coraggio?”, domanda con tono provocatorio. Il suo scetticismo è evidente, come lo è la sua consapevolezza delle dinamiche che governano il mondo della prostituzione.

Allo studio si unisce anche la voce di Lucetta Scaraffia, storica e giornalista, che prende una posizione chiara: “Io penso che sia opportuno che venga regolamentata. Questa attività regolamentata è un vantaggio per le donne. Così gli uomini devono pagare in modo tracciabile. Esistono le prostitute, ma non gli uomini che ci vanno. Può emergere anche chi le protegge”. La riflessione è profonda e punta il dito contro l’asimmetria che esiste da sempre nel dibattito: si parla delle sex worker, ma quasi mai dei clienti.

Efe Bal però non si lascia convincere. Anzi, risponde con un’altra stoccata: “Gli uomini non lascerebbero mai il codice fiscale”. Porta l’esempio della Svizzera, dove a Lugano le lavoratrici del sesso pagano una tassa forfettaria e lavorano in regola, senza dover tracciare i clienti. “Il 90% sono uomini sposati, con figli. Non si può fare”, afferma. E chiude con sarcasmo, citando Osho: “Prego… Pin e tasto verde”. Un’ironia amara, che riassume il paradosso di una società che tollera, consuma e sfrutta, ma non vuole guardarsi allo specchio.

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