Giulia Cecchettin, problemi in carcere per Filippo Turetta: la decisione dell’amministrazione
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Filippo Turetta, detenuto nel carcere di Verona per l’omicidio di Giulia Cecchettin, ha recentemente comunicato alle persone a lui vicine, durante una telefonata autorizzata, la sua preoccupazione riguardo a un imminente trasferimento: “Mi spostano”. Il giorno successivo, è stato effettivamente trasferito dalla sezione protetti, dove era recluso da oltre un anno, a una sezione di media sicurezza insieme ai detenuti comuni. I suoi legali hanno segnalato questo cambiamento alla direzione del carcere, alla Corte d’Assise e alla Procura di Venezia.
Il trasferimento è stato motivato da due fattori principali: il sovraffollamento della struttura, che richiede nuove misure organizzative, e il periodo di tempo trascorso da Turetta nella sezione protetti, solitamente destinata a detenuti condannati per reati altamente stigmatizzati. Dopo un certo periodo, è prassi che i detenuti vengano trasferiti in altre aree.
Gli avvocati di Turetta, Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, non si oppongono alla decisione e non richiedono trattamenti di favore. Tuttavia, sottolineano l’importanza di prestare particolare attenzione al loro assistito, considerando la sua giovane età, la gravità del reato commesso e l’intensa esposizione mediatica del caso.
Nei prossimi giorni sono attese le motivazioni della condanna all’ergastolo. Il tribunale ha escluso due delle tre aggravanti inizialmente contestate: crudeltà e stalking, mantenendo solo quella della premeditazione. Gli avvocati ripercorrono gli eventi legati a Turetta: l’omicidio avvenuto l’11 novembre 2023, la successiva fuga in Germania, la cattura e il ritorno in Italia.
Nel frattempo, all’interno del carcere di Verona, cresce la tensione. Secondo i legali, “le manifestazioni di ostilità andranno ad amplificarsi”. Il clima di violenza verbale potrebbe avere ripercussioni negative anche all’interno della struttura penitenziaria. Si ricorda, inoltre, l’episodio della busta contenente tre proiettili inviata al professor Caruso dopo la sentenza di primo grado.