“Poiché tutti dichiarano di volere l’Europa unita la strada non può essere se non quella indicata dal Presidente Mattarella nel corso della sua visita in Svezia: dialogare e recuperare l’Esprit d’Europe. L’Italia vuole dialogare. Sta agli altri dimostrare che vogliono occuparsi seriamente del futuro dell’Unione Europea”.
Lo ha scritto il ministro per gli Affari europei Paolo Savona in un editoriale uscito domenica sul Sole 24 Ore.
Secondo il ministro la domanda da porsi “è quale risposta deve dare l’Italia a una nuova caduta della crescita, già insoddisfacente, e a una disoccupazione e una povertà insostenibili”.
La risposta dei conservatori europei, ha spiegato, è che la colpa è dell’Italia che non ha fatto le riforme richieste. L’errore dei conservatori, ha sottolineato Savona, però, è che ignorano i destinatari politici, che “non sono più quelli ai quali quelle richieste erano state rivolte e con i quali gli accordi erano stati raggiunti”.
L’interlocutore principale deve essere il governo e non lo Stato in quanto è stato l’esecutivo gialloverde a voler risolvere il problema di dover reagire al crollo del PIL, ha precisato Savona.
“La via del dialogo” ha proseguito il ministro “è stata già indicata dal Governo italiano fin dall’inizio di settembre nel documento intitolato Una politeia per un’Europa diversa, più forte e più equa. Esso propone di costituire a Bruxelles un Gruppo di lavoro ad alto livello che invii il messaggio ai cittadini europei che l’Unione sta esaminando i modi per completare l’architettura e le politiche europee, con un respiro più ampio dei negoziati oggi in corso sul tema”.
Quanto alla procedura di infrazione espressa da Paesi Bassi e Austria Savona ha osservato:
“se i primi avessero accompagnato la richiesta con l’impegno di riassorbire l’inaudito surplus di bilancia corrente che sottrae crescita all’Unione, e se l’Austria avesse svolto in questo frangente con più equilibrio il suo ruolo istituzionale di Presidenza di turno dell’UE, forse avrebbero favorito il dialogo”.