Almasri, il ministro Nordio alla Camera: “Errori nel mandato d’arresto della Cpi, non sono un passacarte”
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In una seduta accesa della Camera dei Deputati, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha fornito dettagli sul controverso caso di Abdelhakim Almasri, un cittadino libico arrestato su mandato della Corte Penale Internazionale (CPI) per presunti crimini contro l’umanità. La questione ha sollevato un acceso dibattito tra maggioranza e opposizione, in particolare con le incisive critiche della leader del Partito Democratico, Elly Schlein.
Nordio ha chiarito che il mandato di arresto della CPI era giunto in Italia in forma informale e priva di dettagli identificativi. Il ministro ha sottolineato che l’arresto era stato eseguito senza che ci fosse stata una comunicazione adeguata, affermando che “il nostro ambasciatore all’Aja trasmetteva al ministero la richiesta dell’arresto provvisorio” solo dopo che l’arresto era già avvenuto. Secondo Nordio, la mancanza di chiarezza e di informazioni adeguate ha sollevato interrogativi sulla coerenza delle accuse della Corte, che riguarderebbero eventi di violenza avvenuti in Libia tra il 2011 e il 2015.
La reazione di Schlein non si è fatta attendere. La leader del PD ha accusato il governo di aver “sfregiato la credibilità internazionale dell’Italia” permettendo a un presunto torturatore di tornare in Libia come un eroe, sottolineando l’ironia di liberare una figura accusata di crimini gravi per motivi di sicurezza. “Se era così pericoloso, perché lo avete liberato? Le accuse della Corte erano reali?”, ha chiesto retoricamente Schlein, chiedendo che fosse la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a rispondere alle domande.
Schlein ha proseguito la sua critica, mettendo in dubbio la competenza del ministro Nordio nel gestire la situazione. “Il ministro deve trasmettere gli atti, non valutarli”, ha affermato, evidenziando che la fretta con cui Almasri è stato rimpatriato solleva interrogativi sulla decisione politica di liberarlo. La leader dell’opposizione ha messo in luce la contraddizione tra l’ammissione della pericolosità di Almasri e la scelta di lasciarlo andare, evidenziando che le vittime di abusi hanno recentemente testimoniato, mentre il governo sembrava ignorare la gravità della situazione.
La discussione ha messo in evidenza le tensioni tra le diverse fazioni politiche in Italia, con Nordio che ha difeso la necessità di un’analisi approfondita delle accuse e Schlein che ha chiesto maggiore trasparenza e responsabilità da parte del governo. L’epilogo di questa vicenda rimane incerto, ma le domande sulla gestione del caso Almasri continueranno a sollevare dubbi e preoccupazioni riguardo alla direzione della politica italiana in materia di giustizia e diritti umani.