Meloni furiosa dopo la decisione dei giudici sui migranti: “Ora basta, è sabotaggio”

Non ci fermeremo“. La promessa del governo Meloni è chiara e per nulla inedita. La battaglia tra esecutivo e magistratura, già accesa in diverse occasioni, si infiamma ulteriormente dopo la decisione della Corte d’Appello di Roma di non convalidare il trattenimento di 43 migranti trasferiti nel centro di Shëngjin, in Albania.

Palazzo Chigi reagisce con “grande stupore“, ribadendo che la titolarità dell’indicazione dei Paesi sicuri spetta ai singoli Stati, senza necessità di attendere la pronuncia della Corte di giustizia europea. Quello che è sempre più evidente, in ogni caso, è uno scontro fra governo e magistratura che si fa sempre più feroce.

L’accusa del governo: “Resistenza da parte dei magistrati”

La decisione dei giudici di ordinare il ritorno in Italia delle navi della Marina militare per la terza volta, viene letta dalla maggioranza come un “atteggiamento di resistenza“. Per FdI e i suoi alleati si tratterebbe di un sabotaggio ai danni dell’esecutivo e del Paese stesso. “Supereremo anche questo ostacolo”, affermano fonti governative, mentre il capogruppo di FdI alla Camera, Galeazzo Bignami, denuncia una “presa di posizione che va oltre l’ambito giuridico, assumendo una connotazione politica e ostacolando l’azione del governo”.

Il caso Almasri e l’incontro con Mattarella

L’escalation di tensioni tra governo e magistratura si inserisce nel contesto dell’inchiesta sul caso Almasri, che ha coinvolto direttamente Giorgia Meloni. Dopo la notifica dell’indagine da parte del procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi, la premier si è recata al Quirinale per un colloquio di circa trenta minuti con Sergio Mattarella.

Fonti del Colle hanno minimizzato l’incontro, definendolo “una semplice comunicazione“. Nessun sostegno, nessuna giustificazione per Meloni, né tantomeno anticipazioni sulle reazioni della premier, che subito dopo ha diffuso un video dai toni durissimi contro le toghe.

Il silenzio del Quirinale e la strategia del governo

L’assenza di una posizione ufficiale da parte di Mattarella in questo scontro istituzionale viene interpretata come un tentativo di disinnescare le polemiche e mantenere un equilibrio tra i poteri dello Stato. Ma la situazione potrebbe precipitare se dovessero essere messe in atto azioni punitive contro Lo Voi.

Nei giorni scorsi, alcuni membri laici del CSM hanno avanzato richieste in tal senso, ma da FdI fanno sapere che l’ipotesi non è all’ordine del giorno. Sotto la lente del ministero della Giustizia potrebbe finire la diffusione alla stampa di un documento riservato dell’Aisi, i servizi segreti interni, riguardante Gaetano Caputi, capo di gabinetto di Palazzo Chigi

È questo, secondo gli ambienti governativi, il vero fronte su cui Meloni e FdI intendono puntare, con l’obiettivo di capitalizzare lo scontro. Il governo sembra aver scelto di alzare il livello di conflittualità con le toghe, una strategia premiata dai sondaggi.

La premier ha rilanciato sui suoi social i dati della Supermedia YouTrend, che danno Fratelli d’Italia al 30,1%, in crescita dello 0,5% rispetto al 16 gennaio. “Nonostante gli attacchi gratuiti quotidiani e i tentativi di destabilizzare il governo, il sostegno degli italiani rimane solido”, ha scritto Meloni. Numeri alla mano, lo scontro con la magistratura sembra dunque funzionare come leva politica per rafforzare il consenso del governo.

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