Sport in lutto, addio al campione: un terribile incidente
Un incidente stradale fatale ha portato via Crescenzo D’Amore, ex promessa del ciclismo italiano, che aveva solo 45 anni. Napoletano, classe 1979, aveva conquistato il titolo di campione del mondo juniores su strada nel 1997 a San Sebastián, imponendosi come uno dei talenti più brillanti della sua generazione. Il suo corpo è stato ritrovato privo di vita nella sua auto, coinvolta in uno schianto su cui le autorità stanno ancora indagando per accertarne le cause.
Una carriera di talento e sacrificio
D’Amore, soprannominato “Crash” nel gruppo per il suo stile combattivo, aveva costruito una carriera solida nel ciclismo professionistico, esordendo nel 2000 con il team Mapei-Quick Step. Tra i suoi successi, una vittoria di tappa alla Vuelta an Argentina. Dopo il trasferimento alla Cage Maglierie-Olmo nel 2002 e successivamente alla Acqua & Sapone-Caffè Mokambo, partecipò anche a due edizioni del Giro d’Italia, nel 2003 e 2004. Dopo un primo ritiro nel 2007, tornò brevemente nel 2011 con l’Androni Giocattoli, concludendo definitivamente la sua carriera agonistica.
La lotta contro il linfoma
La vita di Crescenzo non è stata priva di difficoltà. Nel 2017 gli fu diagnosticato un linfoma, una malattia che affrontò con grande determinazione sottoponendosi a un trapianto di midollo osseo e a controlli periodici. Nonostante il calvario, riuscì a mantenere il legame con il mondo del ciclismo, restando un punto di riferimento per chi lo conosceva.
Le circostanze della tragedia
Il decesso è avvenuto il 30 novembre 2024. La sua auto è stata trovata fuori strada, e gli inquirenti stanno valutando se l’incidente sia stato causato da un guasto tecnico o da un malore che potrebbe aver colto D’Amore alla guida. La notizia ha sconvolto il mondo dello sport italiano e tutti coloro che lo hanno conosciuto, ricordandolo non solo per i successi sportivi ma anche per la forza con cui ha affrontato le difficoltà della vita.
L’eredità di un campione
Crescenzo D’Amore lascia un ricordo indelebile nel ciclismo italiano. Il suo trionfo ai Mondiali Juniores del 1997 e il coraggio dimostrato nelle sfide personali rimarranno scolpiti nella memoria di chi ha ammirato la sua determinazione, in gara e nella vita.