“Ci provano in tanti, ma a me piacciono le donne”. Per il papà ha fatto il tifo tutta l’Italia, ora la figlia ribadisce con coraggio la sua sessualità
È seguitissima su Instagram Giulia Latorre, figlia del marò Massimiliano Latorre. Alla ragazza poi non mancano coraggio e schiettezza. Il coraggio quello di uscire allo scoperto sulla propria omosessualità con un post sui social nel 2016, quando ancora la vicenda del padre e dell’altro fuciliere Salvatore Girone, al centro della contesa diplomatica con l’India, era in pieno svolgimento. La schiettezza quella di respingere così, in modo secco e inequivocabile, i ragazzi che la avvicinano in spiaggia per corteggiarla.
Giulia, 26 anni, fa la bagnina. “Bruna, corpo perfetto e piuttosto popolare sui social (quasi 16 mila follower su Instagram, 31mila su Facebook)”, il Corriere della Sera la descrive così. Fino a luglio ha lavorato al lido di San Pietro in Bevagna, nel Tarantino, e ha resistito ai tentativi di seduzione dei maschietti: “Ci ho riso sopra. Spesso gli approcci sono divertenti. Quando rispondo che amo le donne qualcuno ci resta di sasso, ma pazienza”.
Per lei sogna un futuro da militare: “Ho fatto anche la mini-naja nella Marina, mi piacerebbe molto entrarvi, anche se quando penso ai lunghi periodi lontano da terra mi viene una leggera vertigine. Però in testa ho da sempre le Forze Armate: i Carabinieri, per esempio. Faccio concorsi, mi preparo, mi alleno”. A giudicare dalle molte foto che posta, il fisico non le manca davvero.
“Ho anche fatto il provino per il Grande Fratello – racconta – ma alla fine non sono stata presa. A Uomini e donne rinunciai anche per entrare in Marina”. Solo qualche giorno fa la ragazza aveva scritto: “Non festeggeremo perché è ancora presto, ma facciamo un sospiro di sollievo. Un giorno qualcuno chiederà scusa a questi uomini che hanno portato avanti una storia da ben 8 anni con dignità e onore, non pronunciando mai una parola fuori posto”.
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Lo scrive su Facebook la figlia del marò Massimiliano Latorre, commentando la pronuncia del Tribunale internazionale dell’Aja che ha stabilito la competenza italiana a giudicare sulla vicenda che riguarda il padre e Salvatore Girone. Chissà come andrà a finire davvero.