Udine, scambiano i fagioli per vermi. Scatta la protesta dei migranti
Momenti di tensione giovedì sera alla ex caserma Cavarzerani di Udine, ora divenuta centro di accoglienza per richiedenti asilo.
Più di 150 extracomunitari (in particolar modo di origine pakistana) hanno letteralmente preso d’assedio la struttura, tanto che gli operatori della Croce rossa italiana si sono visti costretti a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine.
Sembra che il malcontento degli ospiti sia stato provocato da una notizia, poi rivelatasi falsa, circa il cibo servito alla mensa del centro. Inizialmente si è parlato di una voce diffusasi sui social network, ma poi si è venuto a sapere che a scatenare la rivolta è stata una telefonata. Secondo il “MessaggeroVeneto” infatti, tutto ha avuto inizio perché un cittadino straniero ospitato in un’altra struttura ricettiva (la ex caserma Friuli) si è convinto che il personale della mensa stesse servendo delle vivande avariate e lo ha comunicato ad un ospite della Cavarzerani. Dal momento che l’azienda fornitrice del vitto è la stessa in entrambi i centri, il passo è stato breve. Tanto è bastato a far scattare l’accusa dei richiedenti asilo della Cavarzerani i quali, ormai convinti che anche a loro venisse servito cibo avariato, si sono riversati di fronte all’edificio, causando disordini.
L’atmosfera si è fatta tanto pesante che gli operatori della Croce Rossa, in preda al panico, hanno contattato gli agenti della questura di Udine. Intorno alle ore 23, ben otto pattuglie della polizia di Stato si sono presentate in via Cividale.
L’arrivo degli uomini in divisa ha pian piano riportato la calma. Gli agenti, non senza qualche difficoltà, sono riusciti a convincere gli stranieri a fare ritorno nei loro alloggi. Alcuni si sono mostrati reticenti, altri sono tornati spontaneamente nelle loro stanze.
I poliziotti hanno inoltre verificato lo stato di salute degli ospiti, considerato che ancora aleggiava l’accusa che vedeva il personale del centro colpevole di aver servito cibo andato a male.
Nessuno manifestava sintomi di alcun genere, né aveva bisogno del medico, ed i volontari hanno mostrato senza alcun problema alle autorità le vivande conservate in cucina. Le indagini sono poi proseguite con il supporto degli agenti della Digos, che hanno controllato anche la struttura dalla quale sarebbe pervenuto l’allarme. Anche nella ex caserma Friuli tutto era in regola.
“Mi sono recato di persona alla Friuli e ho constatato che la carne non era avariata, era semplicemente mescolata a verdura.”, ha raccontato il direttore della Croce Rossa Fabio Di Lenardo. “Qualcuno si è confuso e ha pensato che i germogli dei fagioli fossero ‘animaletti indesiderati’. Il cibo era buono, nessuno è stato male e la notizia che era rimbalzata fino in via Cividale era dunque infondata”.
Tanto rumore per nulla, insomma. E ora qualcuno rischia una denuncia per interruzione di pubblico servizio o procurato allarme. L’episodio, fra l’altro, ha riportato a galla un altro dato. Ovvero che la struttura d’accoglienza di Udine è convenzionata per poter accogliere 320 migranti, mentre dagli ultimi controlli effettuati ne sono risultati ben 562.