Dl Sicurezza, 19 grillini: “Cambiamolo”. Ma i vertici stoppano i “ribelli”
Dopo il caos grillino in Senato, il decreto Sicurezza voluto e firmato da Matteo Salvinispacca il M5S anche alla Camera, dove il testo è all’esame della commissione Affari costituzionali prima di andare in Aula per il sì definitivo.
Come rivela l’agenzia Adnkronos che cita fonti parlamentari, infatti, 19 deputati del Movimento 5 Stelle hanno inviato una mail al capogruppo Francesco D’Uva per chiedere di cambiare il decreto attraverso la presentazione di emendamenti. Ma soprattutto attraveso l’apertura di “un tavolo di confronto interno”.
Già in Senato il dl aveva acceso tensioni all’interno della compagine grillina, con cinque esponenti del M5S “ribelli” che non avevano votato la fiducia al governo e che per questo dovranno ora passare dal consiglio dei probiviri, organo interno al movimento che “giudica” l’operato degli eletti pentastellati.
Ora a esultare sono i deputati di Liberi e Uguali (Leu). “Da giorni chiediamo alla maggioranza di poter modificare il testo del decreto (in)sicurezza che è arrivato dal Senato”, dice il capogruppo Federico Fornaro, “Ci sono nel merito problemi di varia natura e violazioni palesi della carta costituzionale. Non è possibile poi che il nostro sistema bicamerale paritario si stia trasformando anche con questo governo in un sistema monocamerale di fatto: si emenda il testo del decreto in un solo ramo del Parlamento e l’altro ramo deve approvarlo senza poterlo modificare. Bene quindi questa richiesta di venti deputati del M5s rivolta alla maggioranza di poter emendare il decreto sicurezza. Un atto coraggioso e positivo sia nel metodo sia nel merito del provvedimento”.
Il dl è però considerato “chiuso” dal governo e in particolare dal ministro Matteo Salvini che spinge per un sì definitivo nel minor tempo possibile. “Il decreto sicurezza-immigrazione va approvato, e in fretta, per il bene degli italiani”, ha detto il vicepremier. Non è escluso, quindi, che il governo decida di mettere la questione di fiducia anche a Montecitorio.
Del resto anche i vertici del Movimento 5 Stelle stoppano qualsiasi protesta: “Si chiude alla Camera, punto. Non sono previste modifiche”, dicono dai “piani alti” del movimento. Viene chiaramente fatto intendere, dunque, che non c’è spazio per un confronto all’interno del gruppo pentastellato.
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