Europa, immigrazione e Libia L’asse franco-tedesco contro l’Italia

Angela Merkel ed Emmanuel Macron serrano le fila per sfidare il governo italiano. L’asse franco-tedesco è guidato da due leader deboli, come dimostrato dalle disfatte elettorali in Germania e dalle proteste che montano in tutta la Francia. Ma questa debolezza non equivale a un arretramento nei confronti dell’Europa e dell’Italia. Anzi, stretti da un assedio ormai interno e internazionale, Berlino e Parigi hanno scelto di consolidare l’asse per rafforzare i loro piani di egemonia sull’Europa.

A farne le spese, almeno negli obiettivi, è l’Italia. Non è un mistero che in Francia e Germania non abbiano a cuore i destini dell’Italia e in particolare, di questo governo. Colpevole, a detta di molti di aver intrapreso una politica estremamente critica nei confronti dell’Unione europea e quindi dei due Paesi che formano l’asse che controlla Bruxelles. Questa scelta da parte del governo formato da Lega e Movimento 5 Stelle non è piaciuta chiaramente né a Berlino né a Parigi. Una politica che, unita all’alleanza creata dal governo di Giuseppe Conte con Russia e Stati Uniti, rappresenta una spina nel fianco dell’Europa a trazione franco-tedesca.

L’ultima notizia, quella di ieri sulla proposta presentata a Bruxelles di un bilancio unico per tutta l’Unione europea e di escludere dall’acceso ai fondi Ue i Paesi poco virtuosi che non accettano le regole sempre più stringenti e difficili dell’eurozona. Come scritto su Il Giornale, il budget comune “altro non è che un fondo per gli investimenti cui potranno attingere i Paesi con i conti in disordine. A patto però di accettare, si legge nella bozza del documento che sarà sottoposta lunedì prossimo all’Eurogruppo, ‘requisiti più stringenti nel coordinamento delle politiche economiche’. In pratica, soldi in cambio di una perdita di sovranità, tale da impedire per esempio manovre finanziarie in violazione dei parametri europei”.

La mossa di Macron e Merkel è solo l’ultima di una serie di azioni poste in essere dai due leader per rafforzare a loro leadership in Europa colpendo l’italia e il governo di Giuseppe Conte. Una sfida continua che è passata anche per il fronte della sicurezza e dei migranti. Francia e Germania non hanno mai tollerato il giro di vite del governo, rappresentato in particolare da Matteo Salvini, sul fronte dell’immigrazione clandestina.

Ma hanno anche fatto di più, non solo con i respingimenti e accusando l’Italia di essere contraria ai valori dell’unione europea, ma anche con delle operazioni poco lucide a discapito della stessa sicurezza italiana. Tutti ricordano i migranti “scaricati” dalla polizia francese oltre il confine italiano, violando la sovranità del nostro Paese. Ma non va dimenticato anche il continuo operare di voli charter dalla Germania all’Italia con i “dublinanti”, denunciato da Petra Haubner.

Non contenti, Macron e Merkel, la premiata coppia che vuole guidare l’Europa, ha piazzato altri due colpi per sfidare il governo italiano. Sul fronte internazionale, l’ultimo “schiaffo” è arrivato sul dossier-Libia. Macron ha per mesi cercato di indebolire la strategia italiana sul Paese nordafricano facendo di tutto per approvare le elezioni a dicembre e per rendere di fatto inutile la conferenza di Palermo scatenando il suo ministro Jean-Yes Le Drian in tutte le città della Libia e anche nello stesso capoluogo siciliano. Mentre la Merkel, in modo del tutto sorprendente, ha addirittura snobbato il vertice siciliano inviando soltanto un sottosegretario, mentre lei era impegnata dai banchi di Strasburgo a parlare di Europa.

Altro fronte, quello del cosiddetto “esercito europeo” ipotizzato da Macron e a cui la cancelliera tedesca ha già detto di essere completamente concorde nel partecipare. La proposta del presidente francese ha portato a uno scontro durissimo con Donald Trump. Ma nella proposta dell’Eliseo, c’è anche una visione di sfida all’Italia. Che infatti ha risposto “no” al progetto di Parigi proprio per evitare di abbandonare l’asse con gli Stati Uniti costruito da Conte e Trump in questi primi mesi di governo. Ma il guanto di sfida è stato lanciato. E non sembra destinato a essere lasciato, almeno fino alle europee del 2019, visto che Roma si torva sul fronte nettamente contrapposto rispetto a quello rappresentato da chi attualmente governa a Berlino e a Parigi.

gli occhi della guerra

 

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